Monte Guslon

La vedetta del meraviglioso Alpago


Nuova avventura, questa volta in solitaria, nella splendida zona dell’Alpago. La stagione fredda avanza, fortunatamente non ha ancora nevicato in maniera abbondante sulle Prealpi Venete. Così decido di raggiungere comunque una quota oltre i 2000mt di una cima inviolata per me: la vetta del monte Guslon.
Ore 9 raggiungo il parcheggio di Malga Pian Grant (ora chiamata anche Agriturismo Monte Cavallo), la mattinata è tersa, fredda e con un sole che comincia a fatica a scaldare. Dal parcheggio è possibile già vedere la punta della meta di oggi: non si vede neve, almeno non sembra sia copiosa, quindi lascio in auto i ramponi che avevo portato con me preventivamente. Il parcheggio è già pieno di altri escursionisti che opteranno per raggiungere il più famoso rifugio Semenza. Qui potete trovare la relazione completa su come raggiungerlo: Rifugio Semenza. Oppure, ecco la relazione per arrivarci da un versante insolito dal sorprendente Monte Cornor
Zaino in spalla e si parte! Il freddo si fa sentire subito: nelle zone d’ombra si arriva a stento a zero gradi… La prima parte di sentiero è asfaltata ed è una porzione dell’Alta Via delle Dolomiti n° 7 che da Sesto arriva a Pieve di Cadore. Superata Malga Pian delle Lastre il sentiero diventa ghiaioso e si immette sul famoso “Sentiero Alpago Natura”. Qui ci si addentra nel bosco tenendo la destra, si notano diverse indicazioni per il Monte Guslon e Cima delle Vacche. La via sale con una dolce pendenza, supero la prima deviazione verso destra che segnala la via per la Cima delle Vacche. Arrivo ad una curva a gomito a sinistra dove c’è la deviazione per il Guslon. Un evidente cartello segnala la giusta direzione sulla destra.
Qui bisogna prestare la massima attenzione per non perdere la traccia! Mantenersi sempre sulla sinistra, si deve superare un piccolo pino schiantato e, poco dopo, si trova una segnalazione su di un tronco con la dicitura “Guslon”. Questo particolare è fondamentale se non si vuole sbagliare il sentiero e risalire un impluvio secco che porta nella Valle del Cadin. Io, purtroppo, preso dalla foga di scaldarmi dal freddo, ho camminato a testa bassa e mi sono trovato in questa gola e, a quota 1500mt, non esisteva più nessuna traccia. Questa valle viene utilizzata d’inverno con la neve dagli scialpinisti per raggiungere la forcella Castelat e l’omonima cima. Prendo la cartina della Tabacco e noto che sono decisamente fuori dalla traccia, totalmente spostato sulla destra, ma appena in tempo per cercare di immettermi nella giusta direzione prima di trovare un costone di roccia impegnativo.
Mi butto così dentro al bosco ricoperto di un manto morbido di foglie secche. Mantengo la quota e aggiro il costone di roccia alla base seguendo una timida traccia di un capriolo. Il costone è denominato Filone Scoat e, superandolo, riesco a raggiungere la Valle del Scoat dove mi attende il sentiero con la traccia evidente.
Ora la salita si fa più decisa, sempre costante su gradini naturali creati da cuscini d’erba e rocce affioranti. In certe occasioni si può notare come la roccia sia di tipo Carsico con incavi sinuosi modellati dall’erosione dell’acqua che scava in profondità. Davanti si vede solo la salita, dritto per dritto fino alla cima ora nascosta e spostata sulla destra. Dietro, invece, uno spettacolo incredibile sul lago di Santa Croce, il Visentin come guardia e l’intero Alpago ai piedi. Il sole fa capolino proprio mentre sto guardando il panorama e tinge di colori giallo/arancione acceso i larici de bosco appena lasciato alle spalle. La salita non presenta difficoltà e permette di guadagnare velocemente molto dislivello.



Data

06-11-2021

Distanza

8.53 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

965 mt

  • Montagna

    Monte Guslon

  • Indirizzo

    Tambre d’Alpago, Veneto, Italy

  • Altitudine

    2195.00 m

  • Rifugi

  • Informazioni

Rispetto alla traccia segnalata sulla cartina Tabacco, il sentiero reale a quota 1800mt resta sulla sinistra e di fatto risale una vecchia frana, ampia, che risulta ben assestata e comoda. Il sentiero punta dritto al Filone del Guslon, a quota 2000mt è presente la deviazione sulla destra che permette di superare la gola della frana e si ritorna ad avere il misto di rocce ed erba. Qui trovo i primi segni di neve ghiacciata che rendono un po’ scivolosa l’erba sottostante. Il sentiero è sempre ben segnato da bollini rossi sulle rocce e, anche a fronte dell’umidità del terreno, permette un avanzamento sicuro. Sulla destra si può notare il ripido versante che termina nella Valle del Cadin, a sinistra invece le ultime rocce miste a neve preannunciano la cresta finale.
In breve si raggiunge la sommità del Filone (costone) del Guslon e un’aria gelida e pungente sferza con decisione. I fili d’erba sono ghiacciati ed è possibile notare che il vento soffia perennemente da Nord data la conformazione dei ghiaccioli formati. Si vede la croce! Il panorama è già uno spettacolo, ma attendo di arrivare in vetta per godermelo.
Ultimi metri sulla cresta finale che a sinistra scende in un baratro denominato Vallazza. Da questa parte c’è una via scialpinistica che permette di raggiungere la cima. La neve è ben compatta, ghiacciata e comoda per affondare lo scarpone e rimanere ben ancorati al terreno. Ultime rocce ed ecco: vetta del Monte Guslon, 2195mt a meno di 2 ore dalla partenza!
Classica carezza alla croce di vetta, questa è in legno contornata da bavette di ghiaccio affilate. Alzo lo sguardo ed è ripagato in modo incredibile! Siamo al centro dell’Alpago, quasi al margine delle Prealpi Venete. Davanti il Lago di Santa Croce con il suo colore cristallino, a destra la Valbelluna con le cime distinguibili del monte Serva e della Schiara. Più vicino la cima del Dolada con la cresta inconfondibile che porta fino al Col Nudo innevato, la vetta più alta delle Prealpi Venete. Dietro a queste catene di montagne ci sono le Dolomiti orientali, bellissime, nitide e sgombre da nubi. Il Civetta e il Pelmo rubano la scena a tutti. Spostando lo sguardo ancora sulla destra si può godere della splendida Val Salatis e delle vette che terminano nella Cima Val Grande. Inconfondibile poi la piramide di Cima Manera (Cimon del Cavallo). Ma lo spettacolo più entusiasmante è il riflesso del sole sul Mare Adriatico: la laguna di Venezia sembra incredibilmente vicina in questa giornata tersa e spettacolare!
In vetta conosco anche Massimo e Francesco che, gentilissimi, mi fanno un vero e proprio servizio fotografico. Sono del bellunese e anche loro sono rimasti impressionati dallo spettacolo che questa vista possa regalare a tutto tondo. Provo a fare qualche ripresa con il drone, ma il vento non mi permette più di un rapido 360 gradi.
Nel frattempo mi sono vestito con guscio e berretto di lana, recupero tutta l’attrezzatura e scendo in velocità per evitare di dovermi mettere anche i guanti. Anche la discesa è semplice e i bollini rossi sulle rocce sono distinguibili con la stessa facilità della salita. A 2000mt, all’altezza della deviazione del Filone del Guslon, accertarsi di prendere la discesa sulla sinistra e riprendere la stessa via intrapresa all’andata. Qui infatti è presente una traccia su erba che è fuorviante e porta in cresta del Filone del Guslon per poi terminare improvvisamente. Il ritorno, quindi, si effettua per la stessa traccia della salita godendo ad ogni passo della splendida vista sul Lago e l’Alpago. Prestare attenzione in questo periodo dove il ghiaccio della mattina, ora sciolto, ammorbidisce di molto il terreno rendendolo scivoloso in alcuni tratti.
In un’ora, comprese le classiche pause, si ritorna alla strada sterrata che in breve conduce prima alla Malga Pian delle Lastre e poi al parcheggio dell’Agriturismo Monte Cavallo a quota 1211mt.
Un altro monte aggiunto alla lista delle mie avventure, una nuova scoperta di una cima meno blasonata ma che regala emozioni incredibili. Una via per escursionisti allenati, semplice ma dal grande impatto panoramico. Una vera perla dell’Alpago delle meraviglie!




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Difficoltà

Escursionisti - Itinerari su sentieri od evidenti tracce in terreno di vario genere (pascoli, detriti, pietraie...). Sono generalmente segnalati con vernice od ometti (pietre impilate a forma piramidale che permettono di individuare il percorso anche da lontano). Possono svolgersi anche in ambienti innevati ma solo lievemente inclinati. Richiedono attrezzatura ed una sufficiente capacità di orientamento, allenamento alla camminata anche per qualche ora.



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