Rifugio 7º Alpini e Bus del Busòn

Escursione da sogno nel cuore delle Dolomiti Bellunesi

“Aprile dolce dormire” si dice solitamente, ma oggi l’avventura nel bellunese sono sicuro che sarà decisamente migliore di un sonno ristoratore. Assieme a me oggi c’è il mitico Andrea di Montagna di Viaggi che mi accompagnerà in questa fantastica escursione nel cuore delle Dolomiti Bellunesi.
Raggiungiamo l’abitato di Case Bortot, poco sopra Belluno, e lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio adiacente. Prima di partire ci dobbiamo cospargere abbondantemente di spray anti zecche poiché tutta la zona è piena di questi fastidiosi parassiti. Calziamo gli scarponi, zaino in spalla e comincia l’avventura!
Imbocchiamo il sentiero CAI 501 che parte proprio al termine del parcheggio e ci addentriamo in un comodo boschetto. Dopo pochi minuti è evidente la deviazione verso la chicca della giornata: il Bus del Busòn. Scendiamo su sentiero irto ma comodo, attenzione in alcuni punti i cui sono presenti un paio di alberi schiantati. Scendiamo su questa dorsale boscosa fino al punto più basso dove, seguendo delle pareti rocciose di un’antica forra, giungiamo all’ingresso della meraviglia. Una spaccatura di roccia verticale in cui passa una timida traccia asciutta. Una fenditura colossale che crea un magico canyon nelle Dolomiti! Entriamo in questo anfratto volgendo costantemente gli occhi al cielo per godere di questo spettacolo in ogni particolare. Al giorno d’oggi il Bus del Busòn è utilizzato come luogo per concerti all’aperto grazie alla fantastica acustica. Nella parte centrale del canyon, infatti, sembra di essere al centro di un anfiteatro roccioso. Terminata l’esplorazione sbuchiamo in un villaggio neolitico con annesse capanne che ne rievocano la storia. Seguiamo il sentiero che torna a salire in mezzo al bosco di faggi e carpini neri fino a ricongiungerci nuovamente al sentiero CAI 501.
Siamo sul tratto finale dell’Alta Via numero 1 che attraversa le Dolomiti dalla Val Pusteria a Belluno. "Una escursione assolutamente meravigliosa, una vera e propria conquista delle Dolomiti, un paesaggio incantevole, da sogno. Ogni singolo chilometro dei centocinquanta del sentiero impressionerà profondamente l'amante della montagna che non intende affrontare le immense, ripide pareti". Con queste parole, nel 1966, il giornalista e alpinista bavarese Toni Hiebeler descriveva questa Alta Via.
Il percorso si restringe nel più tipico dei sentieri di montagna. Sempre comodo, anche se alcuni tratti aerei possono risultare non adatti a tutti. La traccia continua a mezza costa tra faggi, conifere e tappeti di aglio selvatico che, se in fioritura, diffonde un profumo che ricorda esattamente il salame con aglio! Si arriva ad un cucuzzolo dal quale si comincia ad intravvedere una parte della parete della Schiara. Ed ecco anche la mitica Gusela! Da qui termina temporaneamente la salita e si scende con leggera pendenza ancora tra aglio selvatico e false ortiche, fino ad arrivare al Ponte del Mariano a quota 681 metri.
Siamo al cospetto dell’impetuoso torrente Ardo che dà il nome a questa impervia e selvaggia valle bellunese. Qui inizia il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e anche la salita finale per il rifugio 7º Alpini. Dobbiamo raggiungere i 1500 metri del rifugio quindi altri 800 metri di salita. Il sentiero è davvero piacevole, dapprima a tornanti fino alla casera diroccata degli Albèrch. Poi continua con costante pendenza sul versante orografico sinistro dell’Ardo costeggiando pareti rocciose molto caratteristiche. Muretti a secco rafforzano dei curiosi passaggi aerei, mai pericolosi, che regalano quella sensazione di essere in alta montagna. La traccia torna a mezza costa e, dopo una serie di ripidi tornanti nel bosco, attraversiamo l’Ardo su uno spartano ponte in cemento (1037 metri). Ancora delle svolte nel bosco, e sbuchiamo al cospetto di una parete rocciosa alla nostra sinistra che crea una dolce cascatella che attraversa il sentiero e si butta nell’Ardo. Qui, ampie marmitte e cadini ricolmi di acqua color smeraldo regalano una cartolina della valle (Val de l’Art o Valle dell’Ardo). Seguitiamo fino a raggiungere una magica successione di tre cascate con alle spalle la Schiara per una fotografia indimenticabile. Torniamo sul versante orografico sinistro, tra ripidi tornanti che ci permettono di raggiungere un nuovo guado e passare nuovamente al versante orografico destro dell’Ardo. Anche qui lo scrociare dell’acqua e piccole cascatelle regalano pace e relax.
Hanno inizio le rampe finali denominate Calvario e mai nome è stato più azzeccato: un susseguirsi di ampi tornanti sempre in salita permettono di guadagnare gli ultimi metri di dislivello prima dei terrazzi erbosi dove sorge il Rifugio VII Alpini (1502 metri).
Ecco lì questa tipica casetta isolata in mezzo all’erba, una piccola chiesetta alla sua destra che fa capolino man mano salendo. Dietro, la maestosa, imperiosa, imbattibile parete della Schiara: un muro verticale che abbraccia idealmente tutta la valle. Sulla sinistra svetta la guglia solitaria della Gusela che corona questa vista veramente da perdere il fiato. Raggiungiamo la terrazza del rifugio e godiamo la vista anche verso Belluno, volgendo lo sguardo a destra si può notare il Zimon de Terne ancora innevato, la forcella Oderz raggiungibile dalla impervia Val de Piero. Si continua nuovamente ad ammirare la Schiara su cui è difficile togliere lo sguardo, fino al Pelf e alla forcella Pis Pilon che conclude questa magica panoramica a 360 gradi.
Ci godiamo una meritata pausa a fronte dei 1000 metri di dislivello compiuti. La bellezza di questa dolomia grigio-arancio è veramente stupenda! Torniamo sui nostri passi e percorriamo a ritroso lo stesso sentiero dell’andata dove obbligatoriamente ci soffermiamo con più tranquillità ad osservare le bellissime cascate, l’acqua smeraldo, il sole che permea tra le nuove tenere foglie primaverili dei faggi.
Al ricongiungimento con il sentiero verso il Bus del Busòn facciamo la conoscenza del simpatico Aronne (Mountain Aron) e Della sua splendida famiglia. Degna di nota la mitica mamma Gabriella che ha concluso con successo l’anello del Bus del Busòn e menzione d’onore per i suoi biscotti eccezionali!
Ritorniamo quindi al parcheggio di Case Bortot e si conclude questa magnifica avventura nelle Dolomiti Bellunesi.
L’escursione al Bus del Busòn è semplice per escursionisti anche poco allenati, difficoltà E, con un dislivello di 150 metri totali e un tempo di percorrenza di 30 minuti circa. Per raggiungere il rifugio 7º Alpini, invece, consiglio l’escursione per persone allenate visti i 1100 metri di dislivello circa (senza contare il Bus del Busòn). Senza la tappa intermedia del canyon sono necessarie 2h e 30 minuti di cammino costante per raggiungere il rifugio. Stesso tempo anche per il ritorno.
Termino il racconto con le parole di Dino Buzzati, giornalista e alpinista bellunese, che ben descrivono le bellezze di questo luogo: “Nessuno o quasi sa che su Belluno incombe una dolomite autentica con un accidenti di parete di buoni ottocento metri. Quelli che vanno su a Cortina di solito passano per Belluno con una furia tale, manco si fermano a prendere un caffè, manco levano per un istante gli occhi a guardare la Schiara con la sua immortale Gusela".

“Aprile dolce dormire” si dice solitamente, ma oggi l’avventura nel bellunese sono sicuro che sarà decisamente migliore di un sonno ristoratore. Assieme a me oggi c’è il mitico Andrea di Montagna di Viaggi che mi accompagnerà in questa fantastica escursione nel cuore delle Dolomiti Bellunesi.
Raggiungiamo l’abitato di Case Bortot, poco sopra Belluno, e lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio adiacente. Prima di partire ci dobbiamo cospargere abbondantemente di spray anti zecche poiché tutta la zona è piena di questi fastidiosi parassiti. Calziamo gli scarponi, zaino in spalla e comincia l’avventura!
Imbocchiamo il sentiero CAI 501 che parte proprio al termine del parcheggio e ci addentriamo in un comodo boschetto. Dopo pochi minuti è evidente la deviazione verso la chicca della giornata: il Bus del Busòn. Scendiamo su sentiero irto ma comodo, attenzione in alcuni punti i cui sono presenti un paio di alberi schiantati. Scendiamo su questa dorsale boscosa fino al punto più basso dove, seguendo delle pareti rocciose di un’antica forra, giungiamo all’ingresso della meraviglia. Una spaccatura di roccia verticale in cui passa una timida traccia asciutta. Una fenditura colossale che crea un magico canyon nelle Dolomiti! Entriamo in questo anfratto volgendo costantemente gli occhi al cielo per godere di questo spettacolo in ogni particolare. Al giorno d’oggi il Bus del Busòn è utilizzato come luogo per concerti all’aperto grazie alla fantastica acustica. Nella parte centrale del canyon, infatti, sembra di essere al centro di un anfiteatro roccioso. Terminata l’esplorazione sbuchiamo in un villaggio neolitico con annesse capanne che ne rievocano la storia. Seguiamo il sentiero che torna a salire in mezzo al bosco di faggi e carpini neri fino a ricongiungerci nuovamente al sentiero CAI 501.
Siamo sul tratto finale dell’Alta Via numero 1 che attraversa le Dolomiti dalla Val Pusteria a Belluno. "Una escursione assolutamente meravigliosa, una vera e propria conquista delle Dolomiti, un paesaggio incantevole, da sogno. Ogni singolo chilometro dei centocinquanta del sentiero impressionerà profondamente l'amante della montagna che non intende affrontare le immense, ripide pareti". Con queste parole, nel 1966, il giornalista e alpinista bavarese Toni Hiebeler descriveva questa Alta Via.
Il percorso si restringe nel più tipico dei sentieri di montagna. Sempre comodo, anche se alcuni tratti aerei possono risultare non adatti a tutti. La traccia continua a mezza costa tra faggi, conifere e tappeti di aglio selvatico che, se in fioritura, diffonde un profumo che ricorda esattamente il salame con aglio! Si arriva ad un cucuzzolo dal quale si comincia ad intravvedere una parte della parete della Schiara. Ed ecco anche la mitica Gusela! Da qui termina temporaneamente la salita e si scende con leggera pendenza ancora tra aglio selvatico e false ortiche, fino ad arrivare al Ponte del Mariano a quota 681 metri.
Siamo al cospetto dell’impetuoso torrente Ardo che dà il nome a questa impervia e selvaggia valle bellunese. Qui inizia il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e anche la salita finale per il rifugio 7º Alpini. Dobbiamo raggiungere i 1500 metri del rifugio quindi altri 800 metri di salita. Il sentiero è davvero piacevole, dapprima a tornanti fino alla casera diroccata degli Albèrch. Poi continua con costante pendenza sul versante orografico sinistro dell’Ardo costeggiando pareti rocciose molto caratteristiche. Muretti a secco rafforzano dei curiosi passaggi aerei, mai pericolosi, che regalano quella sensazione di essere in alta montagna. La traccia torna a mezza costa e, dopo una serie di ripidi tornanti nel bosco, attraversiamo l’Ardo su uno spartano ponte in cemento (1037 metri).



Data

20-04-2024

Distanza

16.04 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

1186 mt

  • Montagna

    La Schiara

  • Indirizzo

    Belluno, Veneto, Italy

  • Altitudine

    1502.00 m

  • Rifugi

    Rifugio 7º Alpini

  • Informazioni

    Rifugio VIIº Alpini

Ancora delle svolte nel bosco, e sbuchiamo al cospetto di una parete rocciosa alla nostra sinistra che crea una dolce cascatella che attraversa il sentiero e si butta nell’Ardo. Qui, ampie marmitte e cadini ricolmi di acqua color smeraldo regalano una cartolina della valle (Val de l’Art o Valle dell’Ardo). Seguitiamo fino a raggiungere una magica successione di tre cascate con alle spalle la Schiara per una fotografia indimenticabile. Torniamo sul versante orografico sinistro, tra ripidi tornanti che ci permettono di raggiungere un nuovo guado e passare nuovamente al versante orografico destro dell’Ardo. Anche qui lo scrociare dell’acqua e piccole cascatelle regalano pace e relax.
Hanno inizio le rampe finali denominate Calvario e mai nome è stato più azzeccato: un susseguirsi di ampi tornanti sempre in salita permettono di guadagnare gli ultimi metri di dislivello prima dei terrazzi erbosi dove sorge il Rifugio VII Alpini (1502 metri).
Ecco lì questa tipica casetta isolata in mezzo all’erba, una piccola chiesetta alla sua destra che fa capolino man mano salendo. Dietro, la maestosa, imperiosa, imbattibile parete della Schiara: un muro verticale che abbraccia idealmente tutta la valle. Sulla sinistra svetta la guglia solitaria della Gusela che corona questa vista veramente da perdere il fiato. Raggiungiamo la terrazza del rifugio e godiamo la vista anche verso Belluno, volgendo lo sguardo a destra si può notare il Zimon de Terne ancora innevato, la forcella Oderz raggiungibile dalla impervia Val de Piero. Si continua nuovamente ad ammirare la Schiara su cui è difficile togliere lo sguardo, fino al Pelf e alla forcella Pis Pilon che conclude questa magica panoramica a 360 gradi.
Ci godiamo una meritata pausa a fronte dei 1000 metri di dislivello compiuti. La bellezza di questa dolomia grigio-arancio è veramente stupenda! Torniamo sui nostri passi e percorriamo a ritroso lo stesso sentiero dell’andata dove obbligatoriamente ci soffermiamo con più tranquillità ad osservare le bellissime cascate, l’acqua smeraldo, il sole che permea tra le nuove tenere foglie primaverili dei faggi.
Al ricongiungimento con il sentiero verso il Bus del Busòn facciamo la conoscenza del simpatico Aronne (Mountain Aron) e Della sua splendida famiglia. Degna di nota la mitica mamma Gabriella che ha concluso con successo l’anello del Bus del Busòn e menzione d’onore per i suoi biscotti eccezionali!
Ritorniamo quindi al parcheggio di Case Bortot e si conclude questa magnifica avventura nelle Dolomiti Bellunesi.
L’escursione al Bus del Busòn è semplice per escursionisti anche poco allenati, difficoltà E, con un dislivello di 150 metri totali e un tempo di percorrenza di 30 minuti circa. Per raggiungere il rifugio 7º Alpini, invece, consiglio l’escursione per persone allenate visti i 1100 metri di dislivello circa (senza contare il Bus del Busòn). Senza la tappa intermedia del canyon sono necessarie 2h e 30 minuti di cammino costante per raggiungere il rifugio. Stesso tempo anche per il ritorno.
Termino il racconto con le parole di Dino Buzzati, giornalista e alpinista bellunese, che ben descrivono le bellezze di questo luogo: “Nessuno o quasi sa che su Belluno incombe una dolomite autentica con un accidenti di parete di buoni ottocento metri. Quelli che vanno su a Cortina di solito passano per Belluno con una furia tale, manco si fermano a prendere un caffè, manco levano per un istante gli occhi a guardare la Schiara con la sua immortale Gusela".




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Difficoltà

Escursionisti Esperti - sono intinerari generalmente segnalati ma con qualche difficoltà: il terreno può essere costituito da pendii scivolosi di erba, misti di rocce ed erba, pietraie, lievi pendii innevati o anche singoli passaggi rocciosi di facile arrampicata (uso delle mani in alcuni punti). Pur essendo percorsi che non necessitano di particolare attrezzatura, si possono presentare tratti attrezzati se pur poco impegnativi. Richiedono una discreta conoscenza dell'ambiente alpino, passo sicuro ed assenza di vertigini. La preparazione fisica deve essere adeguata ad una giornata di cammino abbastanza continuo.



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