Ritorno al monte Crot

Tra il Pelmo e il Civetta nel cuore delle Dolomiti

Novembre inoltrato, la neve fa capolino solo oltre i 2000 metri. La attendiamo con ansia, copiosa nelle valli dolomitiche, ma grazie a questo ritardo possiamo raggiungere in tutta sicurezza e tranquillità la cima di oggi: il monte Crot.
Ad accompagnarmi nell’avventura di oggi ci sono Alessandro ed Enrico, colleghi anche nel lavoro. Un team building all’aria aperta!
Raggiungiamo in auto lo Zoldo, fino alla sua punta più settentrionale, il Passo Staulanza, confine con il dirimpettaio Cadore, porta verso Cortina d’Ampezzo. Il parcheggio del passo risulta deserto, siamo la prima auto parcheggiata. Il rifugio a bordo strada è chiuso in questo periodo. La mattina sembra riservarci una brutta accoglienza: nevischio e cielo coperto preannunciano una giornata grigia. Non ci facciamo abbattere, ci prepariamo e zaino in spalla intraprendiamo la traccia che sale alla sinistra del rifugio, sentiero CAI che però non possiede numerazione.
Il sentiero procede con una dolcissima pendenza, non fatichiamo, procediamo in una boscaglia ariosa in direzione Ovest. Alcune finestre sullo zoldano ci permettono di gustare lo sguardo verso le cime del Tamer e San Sebastiano fino al maestoso Civetta. Una serie di tornanti ravvicinati ci permettono di guadagnare un centinaio di metri di dislivello. Ci spostiamo così in direzione Nord. La vegetazione si fa più scarsa, l’erba secca del tardo autunno fa da contrasto alle prime candide chiazze nevose. Raggiungiamo così la Forcella de i Agusièi al cospetto dell’omonimo colle. Davanti a noi la via che conduce alla successiva forcella Pécol e al rifugio Fertazza, con il famoso Belvedere. La traccia è completamente coperta da un manto nevoso e le uniche orme che vediamo sono di leprotti che hanno saltellato in corrispondenza del sentiero.
Il nostro obiettivo invece ci aspetta a 30 minuti di distanza da qui. Per raggiungerlo dobbiamo prendere il sentiero che sale verso Nord-Est alla destra della forcella. Qui la salita diventa più decisa, ma per un centinaio di metri al massimo. Appena comincia a sembrare impegnativa, la via spiana ed è possibile recuperare fiato.
Costeggiamo la parete rocciosa del blocco montuoso del Crot. Questo monte è composto dalla vetta più alta a quota 2169 metri, obiettivo di oggi, e un’anticima Sud alta 2158 metri. Il sentiero ritorna in leggera pendenza, ci stiamo dirigendo ad Est. La balza rocciosa alla nostra destra rende la via in ombra e la temperatura risulta veramente fresca in questo tratto. Stalattiti di ghiaccio pendono da alcune aperture cavernose nella roccia e la traccia comincia ad essere composta di sola neve e, in alcuni punti, anche ghiacciata. Consiglio per questo tratto di portare con se dei ramponcini nella stagione autunnale per evitare brutte sorprese. Alla nostra sinistra infatti la costa del Crot scende decisamente verso il fondovalle lasciando ben pochi appigli in caso di scivolata accidentale.
Arriviamo ad una sella nevosa dove il sole finalmente fa capolino scaldandoci con un buon tepore. La lingua di neve divide di fatto cima e anticima del Crot, facendo da cornice naturale alla prima bellezza statuaria che si staglia davanti a noi: il Pelmo, imperioso in tutta la sua bellezza. Così vicino che pare di toccarlo. Il cielo, dapprima grigio, comincia a tingersi di un azzurro accesso. Alcune nubi superficiali bardano le pareti strapiombanti del "caregon del padre eterno".
Una rapida rifocillata davanti a questa bellezza e ci rimettiamo in marcia in direzione Nord verso gli ultimi 80 metri di dislivello che ci separano dalla vetta. Il sentiero, dopo aver superato una piccola radura di mughi, si trasforma in un breve tratto franato e roccioso, comunque ben assestato, dove facili appigli permettono la progressione in velocità e sicurezza. Arriviamo così ad un nuovo pianoro cosparso di baranci, le fronde ancora verdi si aprono ed… eccoci in vetta al monte Crot! La croce di vetta si staglia al bordo occidentale della radura, davanti a lei la Val Fiorentina in tutto il suo splendore. Selva di Cadore sullo sfondo sovrastata dal Sella e dalla vetta del Piz Boè. Alla sinistra la Regina delle Dolomiti, la Marmolada, si fa spazio mostrando Punta Rocca e Punta Penìa. Continuando verso Sud ritroviamo il Civetta, ora con uno sbuffo che lo fa sembrare una ciminiera. La Val di Zoldo e di nuovo il Pelmo in una cartolina da perdere il fiato. Sbuca sullo sfondo il Re Antelao, accompagnato dal gruppo del Sorapiss e dalla punta che porta lo stesso nome. Il becco di Mezzodì, la Cima Ambrizzola, il Lastoi di Formin che sembra una rampa verso il cielo, fino al Cernera e di nuovo alla Val Fiorentina.
Un panorama pazzesco, mozzafiato, incredibile su una cima molto semplice da raggiungere posta proprio al centro di questa bellezza senza paragoni!
Una pausa è d’obbligo per godere di tutte queste bellezze. Vedere correre le nubi che fanno a gara per coprire e scoprire le cime circostanti e regalare sempre diversi panorami da immortalare in una fotografia. Il cielo ora è diventato azzurro, terso, con solo qualche nuvola qua e là a creare la profondità visiva.
Sull’asta della croce di vetta è presente anche il libro di vetta con annessa penna. Un pensiero e una semplice frase suggella la nostra avventura.
Ci rimettiamo sui nostri passi, ripercorrendo a ritroso la stessa via dell’andata. Non si presentano difficoltà. L’unico punto di attenzione in questa stagione è in corrispondenza del costone roccioso, sempre in ombra, in cui è presente la velatura di ghiaccio sulla traccia.
Il sole comincia a scottare quando arriviamo alla forcella de i Agusièi. Una rapida discesa tra la macchia erbosa di riporta al passo Staulanza e al parcheggio della mattina.
Termina così l’avventura di team building al Monte Crot. Un’esperienza per tutti i tipi di escursionisti nella stagione primaverile ed estiva. In quella autunnale, e soprattutto invernale, bisogna stare attenti alle condizioni meteo e al possibile ghiaccio in alcuni tratti. La facilità del percorso e la bellezza panoramica che regala, permette al monte Crot di essere tra le prime cime da poter intraprendere anche per i più piccoli. Per l’ascesa sono necessarie al massimo 2 ore. Altrettante per la discesa se si vuole godere delle meraviglie di ogni scorcio presente.
A pochi passi dalla Val di Zoldo e da Selva di Cadore può essere organizzata come escursione mattutina per poi fiondarsi a gustare le prelibatezze dei numerosi ristorantini tipici vicini.

Novembre inoltrato, la neve fa capolino solo oltre i 2000 metri. La attendiamo con ansia, copiosa nelle valli dolomitiche, ma grazie a questo ritardo possiamo raggiungere in tutta sicurezza e tranquillità la cima di oggi: il monte Crot.
Ad accompagnarmi nell’avventura di oggi ci sono Alessandro ed Enrico, colleghi anche nel lavoro. Un team building all’aria aperta!
Raggiungiamo in auto lo Zoldo, fino alla sua punta più settentrionale, il Passo Staulanza, confine con il dirimpettaio Cadore, porta verso Cortina d’Ampezzo. Il parcheggio del passo risulta deserto, siamo la prima auto parcheggiata. Il rifugio a bordo strada è chiuso in questo periodo. La mattina sembra riservarci una brutta accoglienza: nevischio e cielo coperto preannunciano una giornata grigia. Non ci facciamo abbattere, ci prepariamo e zaino in spalla intraprendiamo la traccia che sale alla sinistra del rifugio, sentiero CAI che però non possiede numerazione.
Il sentiero procede con una dolcissima pendenza, non fatichiamo, procediamo in una boscaglia ariosa in direzione Ovest. Alcune finestre sullo zoldano ci permettono di gustare lo sguardo verso le cime del Tamer e San Sebastiano fino al maestoso Civetta. Una serie di tornanti ravvicinati ci permettono di guadagnare un centinaio di metri di dislivello. Ci spostiamo così in direzione Nord. La vegetazione si fa più scarsa, l’erba secca del tardo autunno fa da contrasto alle prime candide chiazze nevose. Raggiungiamo così la Forcella de i Agusièi al cospetto dell’omonimo colle. Davanti a noi la via che conduce alla successiva forcella Pécol e al rifugio Fertazza, con il famoso Belvedere. La traccia è completamente coperta da un manto nevoso e le uniche orme che vediamo sono di leprotti che hanno saltellato in corrispondenza del sentiero.
Il nostro obiettivo invece ci aspetta a 30 minuti di distanza da qui. Per raggiungerlo dobbiamo prendere il sentiero che sale verso Nord-Est alla destra della forcella. Qui la salita diventa più decisa, ma per un centinaio di metri al massimo. Appena comincia a sembrare impegnativa, la via spiana ed è possibile recuperare fiato.
Costeggiamo la parete rocciosa del blocco montuoso del Crot. Questo monte è composto dalla vetta più alta a quota 2169 metri, obiettivo di oggi, e un’anticima Sud alta 2158 metri. Il sentiero ritorna in leggera pendenza, ci stiamo dirigendo ad Est. La balza rocciosa alla nostra destra rende la via in ombra e la temperatura risulta veramente fresca in questo tratto. Stalattiti di ghiaccio pendono da alcune aperture cavernose nella roccia e la traccia comincia ad essere composta di sola neve e, in alcuni punti, anche ghiacciata. Consiglio per questo tratto di portare con se dei ramponcini nella stagione autunnale per evitare brutte sorprese. Alla nostra sinistra infatti la costa del Crot scende decisamente verso il fondovalle lasciando ben pochi appigli in caso di scivolata accidentale.
Arriviamo ad una sella nevosa dove il sole finalmente fa capolino scaldandoci con un buon tepore. La lingua di neve divide di fatto cima e anticima del Crot, facendo da cornice naturale alla prima bellezza statuaria che si staglia davanti a noi: il Pelmo, imperioso in tutta la sua bellezza. Così vicino che pare di toccarlo. Il cielo, dapprima grigio, comincia a tingersi di un azzurro accesso. Alcune nubi superficiali bardano le pareti strapiombanti del "caregon del padre eterno".
Una rapida rifocillata davanti a questa bellezza e ci rimettiamo in marcia in direzione Nord verso gli ultimi 80 metri di dislivello che ci separano dalla vetta. Il sentiero, dopo aver superato una piccola radura di mughi, si trasforma in un breve tratto franato e roccioso, comunque ben assestato, dove facili appigli permettono la progressione in velocità e sicurezza. Arriviamo così ad un nuovo pianoro cosparso di baranci, le fronde ancora verdi si aprono ed… eccoci in vetta al monte Crot!



Data

19-11-2023

Distanza

5.22 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

406 mt

  • Montagna

    Monte Crot

  • Indirizzo

    Passo Staulanza, Veneto, Italy

  • Altitudine

    2169.00 m

  • Rifugi

  • Informazioni

La croce di vetta si staglia al bordo occidentale della radura, davanti a lei la Val Fiorentina in tutto il suo splendore. Selva di Cadore sullo sfondo sovrastata dal Sella e dalla vetta del Piz Boè. Alla sinistra la Regina delle Dolomiti, la Marmolada, si fa spazio mostrando Punta Rocca e Punta Penìa. Continuando verso Sud ritroviamo il Civetta, ora con uno sbuffo che lo fa sembrare una ciminiera. La Val di Zoldo e di nuovo il Pelmo in una cartolina da perdere il fiato. Sbuca sullo sfondo il Re Antelao, accompagnato dal gruppo del Sorapiss e dalla punta che porta lo stesso nome. Il becco di Mezzodì, la Cima Ambrizzola, il Lastoi di Formin che sembra una rampa verso il cielo, fino al Cernera e di nuovo alla Val Fiorentina.
Un panorama pazzesco, mozzafiato, incredibile su una cima molto semplice da raggiungere posta proprio al centro di questa bellezza senza paragoni!
Una pausa è d’obbligo per godere di tutte queste bellezze. Vedere correre le nubi che fanno a gara per coprire e scoprire le cime circostanti e regalare sempre diversi panorami da immortalare in una fotografia. Il cielo ora è diventato azzurro, terso, con solo qualche nuvola qua e là a creare la profondità visiva.
Sull’asta della croce di vetta è presente anche il libro di vetta con annessa penna. Un pensiero e una semplice frase suggella la nostra avventura.
Ci rimettiamo sui nostri passi, ripercorrendo a ritroso la stessa via dell’andata. Non si presentano difficoltà. L’unico punto di attenzione in questa stagione è in corrispondenza del costone roccioso, sempre in ombra, in cui è presente la velatura di ghiaccio sulla traccia.
Il sole comincia a scottare quando arriviamo alla forcella de i Agusièi. Una rapida discesa tra la macchia erbosa di riporta al passo Staulanza e al parcheggio della mattina.
Termina così l’avventura di team building al Monte Crot. Un’esperienza per tutti i tipi di escursionisti nella stagione primaverile ed estiva. In quella autunnale, e soprattutto invernale, bisogna stare attenti alle condizioni meteo e al possibile ghiaccio in alcuni tratti. La facilità del percorso e la bellezza panoramica che regala, permette al monte Crot di essere tra le prime cime da poter intraprendere anche per i più piccoli. Per l’ascesa sono necessarie al massimo 2 ore. Altrettante per la discesa se si vuole godere delle meraviglie di ogni scorcio presente.
A pochi passi dalla Val di Zoldo e da Selva di Cadore può essere organizzata come escursione mattutina per poi fiondarsi a gustare le prelibatezze dei numerosi ristorantini tipici vicini.




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Difficoltà

Turistico - Itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri. I percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata.



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