Rifugio Tre Scarperi

Un’oasi ristoratrice nel mezzo della splendida Val Campo di Dentro

Continua la nostra avventura montana estiva. Dal nostro punto di partenza, l’hotel Dolomiti Des Alpes di Misurina, è possibile raggiungere in breve tempo il Trentino Alto Adige. Oggi infatti abbiamo organizzato un’escursione nella valle di Sesto, dopo aver superato Dobbiaco, per raggiungere il rifugio Tre Scarperi.
Prima di raggiungere San Candido, si prende la strada verso destra, che ci inoltra nella valle di Sesto (Sextental). Proseguiamo per pochi chilometri sulla strada statale 52 e giungiamo ad un ampio parcheggio situato sulla destra proprio a bordo strada. Qui si ha la possibilità di lasciare l’auto a pagamento (torretta per il pagamento in contanti o EasyPark). La tariffa giornaliera è di 10€. Da qui parte un servizio navetta (a pagamento) che permette di risparmiare circa 200 metri di dislivello e portarsi subito a pochi minuti dal rifugio. Io e Giorgia scegliamo di percorrere il tragitto a piedi per intero e quindi, dopo aver calzato gli scarponcini e messo in spalla gli zaini, partiamo alla volta della Val Campo di Dentro.
Il primo tratto dell’avventura si sviluppa sulla strada asfaltata. Per fortuna, la vicina presenza di prati in fiore, i tabià in legno e l’assordante canto degli uccellini ci fanno sentire comunque immersi nella natura. Siamo sul sentiero CAI 105, un falsopiano gentile ci permette di avanzare tranquillamente tra sole e ombra. Arriviamo ad uno spiazzo che identifica il parcheggio gratuito per la stagione invernale. Da qui, sulla destra, continua il sentiero 105 lasciando la strada asfaltata. Ci addentriamo così nel bosco rigoglioso della Val Campo di Dentro, lussureggiante e di un verde acceso. Costeggiamo di fatto la strada, ma non ne sentiamo la presenza. Il fresco delle fronde ci allieta in questa giornata caldissima di fine giugno.
Saliamo in tratti leggermente più pendenti ma senza mai arrancare. Attraversiamo in un punto la strada andando così a costeggiarla da sinistra. Siamo così al cospetto dell’ incombente gruppo dei Tre Scarperi con maestose rocce dolomitiche grigiastre. Usciamo dal bosco e abbiamo una panoramica anche fronte a noi su una montagna verdeggiante con la punta rocciosa: la Rocca dei Baranci. In circa un’ora di cammino raggiungiamo il parcheggio dove termina il servizio navetta. Qui sono presenti alcune panchine in legno per una breve pausa all’ombra. Da questo punto il rifugio è davvero vicino ma il caldo rallenta i nostri passi. Lasciamo infatti la fresca ombra, scegliamo di percorrere la strada asfaltata per questo ultimo tratto in cui sono presenti quattro tornanti che permettono di guadagnare l’ultimo dislivello. L’asfalto termina e Il sole ci cucina letteralmente sulla distesa di ghiaia che ci invita al pianoro finale della valle. Ci accoglie una vista spettacolare sui prati invasi mucche al pascolo con le campane al collo che rintoccano vivacemente, al centro il monte Mattina e la Torre dei Scarperi, lo sguardo poi termina sulla nostra sinistra sulle magnifica Punta dei Tre Scarperi.
Il rifugio è visibile davanti a noi, pochi passi e lo raggiungiamo godendo di queste bellezze che si susseguono nel tratto finale pianeggiante. Il rifugio Tre Scarperi si innalza di qualche metro sopra al sentiero è domina la distesa finale della Val Campo di Dentro. Alle sue spalle il gruppo dei Tre Scarperi, chiamato in tedesco “Drei Schuster”. Una pausa ristoratrice è obbligatoria con le prelibatezze locali. Mentre ci risposiamo e ci godiamo il panorama, è doveroso riportare delle note storiche su questi luoghi con gli occhi dei primi esploratori inglesi in queste zone. Gilbert e Churchill riportano queste parole nel loro libro “Le montagne Dolomitiche - Escursioni attraverso il Tirolo, la Carinzia, la Carniola e il Friuli nel 1861, 1862 & 1863”: ”Gli abeti, con i loro corti rami laterali - a distanza simili a piante di luppolo - conferiscono un aspetto monotono e spinoso al paesaggio. C'è compenso in pochi squarci dolomitici verso sud, specialmente le Drei Schuster Spitzen presso Innichen, montagna che, durante il nostro primo viaggio, avevamo battezzato il "Diadema", per quella sua corona di aeree torri. Trovammo ora che aveva invece una denominazione piuttosto plebea. Questa volta la precedente impress una Siridusse un po, certo perché avevamo visto tali giganti dolomilici de smussare lievemente la nostra ammirazione. Due anni dopo, una terza visita, nel corso della quale, non contenti di veder le cose da lontano, ci addentrammo nella valle, ristabilì però il primato. Infatti è una delle più poderose montagne dolomitiche e la sua aerea cima, come la si scorge da Innichen, merita davvero una rispettosa attenzione. L'altezza, secondo dati attendibili, è di circa 10.350 piedi. […] C'è un'altra ragione per cui il viaggiatore non dovrebbe dormicchiare mentre percorre questa strada. Da Innichen la valle che sale fino alla Drei Shuster - la Sexten Thal - è nascosta alla vista da una lunga, bassa e boscosa collina” [potrebbe essere la Piccola Rocca dei Baranci?] ”e della montagna si può osservare solo la parte superiore. Potete irritarvi - come abbiamo fatto noi - perché si è defraudati d'una delle più belle e selvagge visioni dolomitiche, ma sta di fatto che, un tempo, su quella collina sorgeva una città romana! E se la Drei Schuster non vi è rimasta sufficientemente impressa in testa con la sua imponente presenza, guardatela di nuovo pensando che essa era una sentinella familiare o forse anche una divisi là temibile per l'antica Aguntium.” Infine, anche gli stessi esploratori riportano le loro perplessità del nome scelto per questa splendida montagna, in modo ancora più incisivo, in un altro capitolo del libro: “Da qui la Drei Schuster si può contemplare in tutta la sua bellezza, dalla base alla cima. È proprio la montagna "come si pensa che debba essere", la "regina delle Dolomiti" si direbbe, per la sua agile simmetria, non fosse che quel suo brutto nome tedesco potrebbe indurre qualcuno a chiamarla il "Re dei ciabattini"”
Dopo la pausa luculliana, riprendiamo lo stessa sentiero dell’andata, ma questa volta, all’altezza del ritrovato asfalto, ci addentriamo sulle sinistra in un sentiero sassoso (sempre CAI 105) tra i baranci. Questa variante permette di saltare i quattro tornanti della strada e sbuca poco prima del parcheggio per l’arrivo della navetta. Continuiamo sulla traccia parallela alla strada, immersi nel bosco dove scorgiamo ad iosa le splendide orchidee selvatiche di un giallo accesso con i ciuffi di colori amaranto. Raggiungiamo il parcheggio invernale e optiamo per la variante che procede a mezza costa nel bosco denominato Ixen Wald, accompagnati sempre sulla sinistra dal rumoroso e rinfrescante Rio Campo di Dentro (o Ixenbach). Ci ritroviamo così al ristorante che da sulla strada statale chiamato “Zum Klaus”. Da qui percorriamo un ampio sentiero a bordo strada che ci riporta in breve al parcheggio iniziale.
Termina così una splendida avventura che mi ha fatto scoprire l’inedito rifugio Tre Scarperi. Una meta divertente, adatta anche ai più piccoli. Il panorama è sacrificato essendo tutta la via incuneata nella valle, ma il gruppo dei Tre Scarperi e la Rocca dei Baranci non sfigurano. Da provare assolutamente la cucina del rifugio. Passaggio obbligato della prima tappa dell’Alta Via numero 4, è un’oasi ristoratrice nella splendida Val Campo di Dentro.

Continua la nostra avventura montana estiva. Dal nostro punto di partenza, l’hotel Dolomiti Des Alpes di Misurina, è possibile raggiungere in breve tempo il Trentino Alto Adige. Oggi infatti abbiamo organizzato un’escursione nella valle di Sesto, dopo aver superato Dobbiaco, per raggiungere il rifugio Tre Scarperi.
Prima di raggiungere San Candido, si prende la strada verso destra, che ci inoltra nella valle di Sesto (Sextental). Proseguiamo per pochi chilometri sulla strada statale 52 e giungiamo ad un ampio parcheggio situato sulla destra proprio a bordo strada. Qui si ha la possibilità di lasciare l’auto a pagamento (torretta per il pagamento in contanti o EasyPark). La tariffa giornaliera è di 10€. Da qui parte un servizio navetta (a pagamento) che permette di risparmiare circa 200 metri di dislivello e portarsi subito a pochi minuti dal rifugio. Io e Giorgia scegliamo di percorrere il tragitto a piedi per intero e quindi, dopo aver calzato gli scarponcini e messo in spalla gli zaini, partiamo alla volta della Val Campo di Dentro.
Il primo tratto dell’avventura si sviluppa sulla strada asfaltata. Per fortuna, la vicina presenza di prati in fiore, i tabià in legno e l’assordante canto degli uccellini ci fanno sentire comunque immersi nella natura. Siamo sul sentiero CAI 105, un falsopiano gentile ci permette di avanzare tranquillamente tra sole e ombra. Arriviamo ad uno spiazzo che identifica il parcheggio gratuito per la stagione invernale. Da qui, sulla destra, continua il sentiero 105 lasciando la strada asfaltata. Ci addentriamo così nel bosco rigoglioso della Val Campo di Dentro, lussureggiante e di un verde acceso. Costeggiamo di fatto la strada, ma non ne sentiamo la presenza. Il fresco delle fronde ci allieta in questa giornata caldissima di fine giugno.
Saliamo in tratti leggermente più pendenti ma senza mai arrancare. Attraversiamo in un punto la strada andando così a costeggiarla da sinistra. Siamo così al cospetto dell’ incombente gruppo dei Tre Scarperi con maestose rocce dolomitiche grigiastre. Usciamo dal bosco e abbiamo una panoramica anche fronte a noi su una montagna verdeggiante con la punta rocciosa: la Rocca dei Baranci. In circa un’ora di cammino raggiungiamo il parcheggio dove termina il servizio navetta. Qui sono presenti alcune panchine in legno per una breve pausa all’ombra. Da questo punto il rifugio è davvero vicino ma il caldo rallenta i nostri passi. Lasciamo infatti la fresca ombra, scegliamo di percorrere la strada asfaltata per questo ultimo tratto in cui sono presenti quattro tornanti che permettono di guadagnare l’ultimo dislivello. L’asfalto termina e Il sole ci cucina letteralmente sulla distesa di ghiaia che ci invita al pianoro finale della valle. Ci accoglie una vista spettacolare sui prati invasi mucche al pascolo con le campane al collo che rintoccano vivacemente, al centro il monte Mattina e la Torre dei Scarperi, lo sguardo poi termina sulla nostra sinistra sulle magnifica Punta dei Tre Scarperi.
Il rifugio è visibile davanti a noi, pochi passi e lo raggiungiamo godendo di queste bellezze che si susseguono nel tratto finale pianeggiante. Il rifugio Tre Scarperi si innalza di qualche metro sopra al sentiero è domina la distesa finale della Val Campo di Dentro. Alle sue spalle il gruppo dei Tre Scarperi, chiamato in tedesco “Drei Schuster”. Una pausa ristoratrice è obbligatoria con le prelibatezze locali.



Data

21-06-2023

Distanza

11.80 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

402 mt

  • Montagna

    Punta Tre Scarperi

  • Indirizzo

    Sesto, Trentino Alto Adige, Italy

  • Altitudine

    1642.00 m

  • Rifugi

    Rifugio Tre Scarperi

  • Informazioni

    Rifugio Tre Scarperi

Mentre ci risposiamo e ci godiamo il panorama, è doveroso riportare delle note storiche su questi luoghi con gli occhi dei primi esploratori inglesi in queste zone. Gilbert e Churchill riportano queste parole nel loro libro “Le montagne Dolomitiche - Escursioni attraverso il Tirolo, la Carinzia, la Carniola e il Friuli nel 1861, 1862 & 1863”: ”Gli abeti, con i loro corti rami laterali - a distanza simili a piante di luppolo - conferiscono un aspetto monotono e spinoso al paesaggio. C'è compenso in pochi squarci dolomitici verso sud, specialmente le Drei Schuster Spitzen presso Innichen, montagna che, durante il nostro primo viaggio, avevamo battezzato il "Diadema", per quella sua corona di aeree torri. Trovammo ora che aveva invece una denominazione piuttosto plebea. Questa volta la precedente impress una Siridusse un po, certo perché avevamo visto tali giganti dolomilici de smussare lievemente la nostra ammirazione. Due anni dopo, una terza visita, nel corso della quale, non contenti di veder le cose da lontano, ci addentrammo nella valle, ristabilì però il primato. Infatti è una delle più poderose montagne dolomitiche e la sua aerea cima, come la si scorge da Innichen, merita davvero una rispettosa attenzione. L'altezza, secondo dati attendibili, è di circa 10.350 piedi. […] C'è un'altra ragione per cui il viaggiatore non dovrebbe dormicchiare mentre percorre questa strada. Da Innichen la valle che sale fino alla Drei Shuster - la Sexten Thal - è nascosta alla vista da una lunga, bassa e boscosa collina” [potrebbe essere la Piccola Rocca dei Baranci?] ”e della montagna si può osservare solo la parte superiore. Potete irritarvi - come abbiamo fatto noi - perché si è defraudati d'una delle più belle e selvagge visioni dolomitiche, ma sta di fatto che, un tempo, su quella collina sorgeva una città romana! E se la Drei Schuster non vi è rimasta sufficientemente impressa in testa con la sua imponente presenza, guardatela di nuovo pensando che essa era una sentinella familiare o forse anche una divisi là temibile per l'antica Aguntium.” Infine, anche gli stessi esploratori riportano le loro perplessità del nome scelto per questa splendida montagna, in modo ancora più incisivo, in un altro capitolo del libro: “Da qui la Drei Schuster si può contemplare in tutta la sua bellezza, dalla base alla cima. È proprio la montagna "come si pensa che debba essere", la "regina delle Dolomiti" si direbbe, per la sua agile simmetria, non fosse che quel suo brutto nome tedesco potrebbe indurre qualcuno a chiamarla il "Re dei ciabattini"”
Dopo la pausa luculliana, riprendiamo lo stessa sentiero dell’andata, ma questa volta, all’altezza del ritrovato asfalto, ci addentriamo sulle sinistra in un sentiero sassoso (sempre CAI 105) tra i baranci. Questa variante permette di saltare i quattro tornanti della strada e sbuca poco prima del parcheggio per l’arrivo della navetta. Continuiamo sulla traccia parallela alla strada, immersi nel bosco dove scorgiamo ad iosa le splendide orchidee selvatiche di un giallo accesso con i ciuffi di colori amaranto. Raggiungiamo il parcheggio invernale e optiamo per la variante che procede a mezza costa nel bosco denominato Ixen Wald, accompagnati sempre sulla sinistra dal rumoroso e rinfrescante Rio Campo di Dentro (o Ixenbach). Ci ritroviamo così al ristorante che da sulla strada statale chiamato “Zum Klaus”. Da qui percorriamo un ampio sentiero a bordo strada che ci riporta in breve al parcheggio iniziale.
Termina così una splendida avventura che mi ha fatto scoprire l’inedito rifugio Tre Scarperi. Una meta divertente, adatta anche ai più piccoli. Il panorama è sacrificato essendo tutta la via incuneata nella valle, ma il gruppo dei Tre Scarperi e la Rocca dei Baranci non sfigurano. Da provare assolutamente la cucina del rifugio. Passaggio obbligato della prima tappa dell’Alta Via numero 4, è un’oasi ristoratrice nella splendida Val Campo di Dentro.




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Difficoltà

Turistico - Itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri. I percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata.



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