Giro delle Tre Cime di Lavaredo

Il classico anello tra Rifugio Auronzo, Lavaredo, Locatelli e Capanna dei Pastori

Sveglia presto, abbondante colazione all’hotel Dolomiti Des Alpes e alle ore 8 siamo in auto per l’escursione per antonomasia delle Dolomiti; l’avventura che ha fatto innamorare chiunque di queste splendide cime, il trekking che più di altri riesce ad avvicinare molte persone alla montagna: il classico giro delle Tre Cime di Lavaredo!
Per prima cosa è importante sapere che in alta stagione è obbligatorio imboccare la strada di Misurina verso le Tre Cime al massimo alle 7-7:30. Questo per evitare di fare oltre mezz’ora di coda al casello o, peggio, essere respinti perché si è raggiunto il numero massimo di accessi. Noi oggi abbiamo fatto circa 30 minuti di coda e siamo al 20 di giugno, e il rifugio Auronzo è aperto solo da quel che giorno! Il pedaggio costa 30€ a vettura, ma sono disponibili numerosi autobus che organizzano staffette per i turisti ad un prezzo agevolato. L’eventuale attesa in auto comunque non è monotona poiché si può godere del grazioso lago d’Antorno in cui si specchiano le Tre Cime e il bosco in cui è possibile intravvedere le mucche al pascolo della vicina Malga Rinbianco.
Superato il casello la strada si destreggia tra ripidi tornanti che in breve permettono di raggiungere l’ampio parcheggio alla base delle cime. L’arrivo è un po’ spaesante perché sembra si essere al centro commerciale (sigh!)… lasciamo la macchina, allacciamo gli scarponi, zaino in spalla e ci dirigiamo verso il rifugio Auronzo. Utile per una pausa e per recuperare qualche snack se sprovvisti, non consiglio di soffermarsi troppo qui. Affiancato il rifugio si ha la prima vista spettacolare sul Cristallo e sui fantastico Cadini di Misurina. La via principale è nettamente distinguibile dalla processione che fin dalla prima mattina si forma stile serpentone. È il sentiero CAI 101 ed è praticamente in piano, molto piacevole da percorrere anche se provvisti di passeggino.
A soli 15 minuti dalla partenza si raggiunge la graziosa Cappella degli Alpini e da qui si nota il prossimo obiettivo: il rifugio Lavaredo. Altri 15 minuti e si può effettuare una pausa ristoratrice al rifugio: il Lavaredo è consigliato per ottimi panini o fantastiche fette di torta! Anche solo questo breve tratto di escursione ripaga il prezzo del biglietto: le Tre Cime incombenti a bordo sentiero, dall’altra parte lo spazio infinito verso la Croda dei Toni, i Cadini, Auronzo e le Marmarole.
Si continua ora con la strada che aumenta la pendenza senza mai essere eccessiva. Salendo ci si trova ad un bivio con la traccia CAI 104 che permette di effettuare il giro “esteso” raggiungendo il Pian di Cengia. Noi invece proseguiamo sul 101 raggiungendo in meno di 20 minuti la forcella Lavaredo. Siamo a fianco alle mitiche Tre Cime in una prospettiva che le fa sembrare un’unica guglia. Davanti a noi anche un accumulo di neve anomalo per la stagione che supera i 2 metri di altezza! Il vento sferza gelido su questa sella ma è obbligatorio fermarsi ad ammirare il panorama verso Nord: il Rautkofel (monte Rudo), la Croda dei Rondoi, la Torre dei Scarperi, la Torre di Toblin, la Punta dei Tre Scarperi fino al mitico Paterno! L’anello continua per l’ampia strada che si vede scendere verso destra e continua dritta costeggiando i piedi della Croda Passaporto e del monte Paterno. In lontananza si intravede la prossima tappa: il rifugio Locatelli con il caratteristico tetto rosso. La via in discesa è rilassante, oggi è presente anche una cortina di neve che ci rinfresca alla destra del sentiero. Sono visibili innumerevoli tracce nei ghiaioni limitrofi e, coloro che hanno occhi attenti posso notare le gallerie della Grande Guerra scavate nelle rocce del Paterno. La strada tra la forcella e il Locatelli è breve ma ci impiegherete almeno 30 minuti a percorrerla poiché sarete obbligati a girarci in continuazione per vedere loro: le Tre Cime di Lavaredo in tutto il loro splendore. Percorrendo l’anello in senso antiorario, come descritto qui, si avrà la possibilità di vedere le Tre Cime in modalità “cartolina” già dalla mattinata, con maggior probabilità di vederle sgombre da nubi.
Al termine della discesa di nota un breve tratto in salita con scalini di pietra e ponticello in legno molto grazioso che anticipano la pianura sassosa del rifugio Locatelli. Vi consiglio di non soffermarvi subito al rifugio ma di scavallare e di ammirare lo splendido panorama dell’Alpe dei Piani con i bellissimi laghetti alpini, la vista verso la forcella Pian di Cengia da una parte e il gruppo dei Tre Scarperi dall’altra.
Una pausa rapida con mezzo panino e una rapida ascesa sui primi metri della Torre di Toblin per avere una splendida vista sulle mitiche Tre Cime con il rifugio Locatelli e la caratteristica chiesetta a contorno. Scendiamo, direzione Sud-Ovest e al primo bivio, che ci ricongiunge alla strada dell’andata, scegliamo il sentiero CAI 105. Si passano così prati fioriti di eriche fucsia e balze rocciose. Protagoniste, sempre centrali alla nostra vista, le splendide Tre Sorelle. Dopo un primo tratto pianeggiante, il sentiero scende decisamente con ampi zig-zag gradinati formati da grossi legni. Si arriva, in mezz’ora, al Pian da Rin dove le Tre Cime si nascondono e inizia la salita più impegnativa dell’intera escursione. Un tratto di un centinaio di metri di dislivello, al sole, e su tratto sassoso con pendenza decisa e regolare. La salita si può vedere distintamente dal Pian da Rin e una pausa è consigliata prima di intraprendere questo passaggio.
La vista dei pini mughi preannuncia la fine delle fatiche. Anche il panorama vero il Rautkofel regala un appagamento doppio al termine di questa piccola fatica. Si procede così ora in mezzo a rocce alternate a mughi. Qualche albero fa capolino solitario, mentre tornano visibili le protagoniste dell’avventura. Questo tratto si rivela il più lungo e “monotono”, se vogliamo chiamarlo così, per via di un sali e scendi continuo.
Dopo circa un’ora dal Pian da Rin, si raggiunge la Capanna dei Pastori. Qui è presente anche qualche rivolo di acqua fresca. Poco distante, infatti, è presente una fonte d’acqua che genera dei piccoli laghetti turchesi dove si specchiano le Tre Cime. Lasciata la Capanna in breve si raggiunge il Col Forcellina e si arriva alla dorsale ghiaiosa che preannuncia il giro di boa delle cime, che infatti cominciano ad avere una prospettiva meno nota. L’ultimo tratto verso la forcella del Col de Medo è un sentiero più stretto di quelli descritti in precedenza totalmente sassoso in leggera salita. In lontananza di possono vedere le staccionate che identificano il luogo della forcella. La vista da questo pezzo di strada è la particolare gola che scende verticalmente verso la congiunzione della Val della Rienza con la Val Rinbon.
Dalla forcella ritorniamo a vedere un panorama familiare: il Cristallo, con l’annessa Val Popéna, il lago di Misurina, il Sorapiss e gli splendidi Cadini. Ci accolgono nuovamente nell’ultimo tratto di falsopiano che porta al parcheggio. Degno di nota, in questo tratto di sentiero, è un prato addobbato con degli splendidi “ometti” di pietra!
In breve ritorniamo all’auto e in circa 4 ore e mezza concludiamo il giro ad anello, incluse le pause. Si conclude così il classico giro delle Tre Cime di Lavaredo: un’escursione colma di natura, panorami mozzafiato con il meglio che le Dolomiti possano regalare. Per gli appassionati l’anello può essere ben condito di storia e aneddoti sulla Prima Guerra Mondiale dal monte Paterno, alla Cima Grande delle Tre Cime, passando alla forcella Lavaredo fino al monte Rudo dirimpettaio. Un’avventura da condividere sicuramente con i bimbi che non avranno modo di annoiarsi davanti a cotanta bellezza.

Sveglia presto, abbondante colazione all’hotel Dolomiti Des Alpes e alle ore 8 siamo in auto per l’escursione per antonomasia delle Dolomiti; l’avventura che ha fatto innamorare chiunque di queste splendide cime, il trekking che più di altri riesce ad avvicinare molte persone alla montagna: il classico giro delle Tre Cime di Lavaredo!
Per prima cosa è importante sapere che in alta stagione è obbligatorio imboccare la strada di Misurina verso le Tre Cime al massimo alle 7-7:30. Questo per evitare di fare oltre mezz’ora di coda al casello o, peggio, essere respinti perché si è raggiunto il numero massimo di accessi. Noi oggi abbiamo fatto circa 30 minuti di coda e siamo al 20 di giugno, e il rifugio Auronzo è aperto solo da quel che giorno! Il pedaggio costa 30€ a vettura, ma sono disponibili numerosi autobus che organizzano staffette per i turisti ad un prezzo agevolato. L’eventuale attesa in auto comunque non è monotona poiché si può godere del grazioso lago d’Antorno in cui si specchiano le Tre Cime e il bosco in cui è possibile intravvedere le mucche al pascolo della vicina Malga Rinbianco.
Superato il casello la strada si destreggia tra ripidi tornanti che in breve permettono di raggiungere l’ampio parcheggio alla base delle cime. L’arrivo è un po’ spaesante perché sembra si essere al centro commerciale (sigh!)… lasciamo la macchina, allacciamo gli scarponi, zaino in spalla e ci dirigiamo verso il rifugio Auronzo. Utile per una pausa e per recuperare qualche snack se sprovvisti, non consiglio di soffermarsi troppo qui. Affiancato il rifugio si ha la prima vista spettacolare sul Cristallo e sui fantastico Cadini di Misurina. La via principale è nettamente distinguibile dalla processione che fin dalla prima mattina si forma stile serpentone. È il sentiero CAI 101 ed è praticamente in piano, molto piacevole da percorrere anche se provvisti di passeggino.
A soli 15 minuti dalla partenza si raggiunge la graziosa Cappella degli Alpini e da qui si nota il prossimo obiettivo: il rifugio Lavaredo. Altri 15 minuti e si può effettuare una pausa ristoratrice al rifugio: il Lavaredo è consigliato per ottimi panini o fantastiche fette di torta! Anche solo questo breve tratto di escursione ripaga il prezzo del biglietto: le Tre Cime incombenti a bordo sentiero, dall’altra parte lo spazio infinito verso la Croda dei Toni, i Cadini, Auronzo e le Marmarole.
Si continua ora con la strada che aumenta la pendenza senza mai essere eccessiva. Salendo ci si trova ad un bivio con la traccia CAI 104 che permette di effettuare il giro “esteso” raggiungendo il Pian di Cengia. Noi invece proseguiamo sul 101 raggiungendo in meno di 20 minuti la forcella Lavaredo. Siamo a fianco alle mitiche Tre Cime in una prospettiva che le fa sembrare un’unica guglia. Davanti a noi anche un accumulo di neve anomalo per la stagione che supera i 2 metri di altezza! Il vento sferza gelido su questa sella ma è obbligatorio fermarsi ad ammirare il panorama verso Nord: il Rautkofel (monte Rudo), la Croda dei Rondoi, la Torre dei Scarperi, la Torre di Toblin, la Punta dei Tre Scarperi fino al mitico Paterno!



Data

20-06-2023

Distanza

10.85 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

481 mt

L’anello continua per l’ampia strada che si vede scendere verso destra e continua dritta costeggiando i piedi della Croda Passaporto e del monte Paterno. In lontananza si intravede la prossima tappa: il rifugio Locatelli con il caratteristico tetto rosso. La via in discesa è rilassante, oggi è presente anche una cortina di neve che ci rinfresca alla destra del sentiero. Sono visibili innumerevoli tracce nei ghiaioni limitrofi e, coloro che hanno occhi attenti posso notare le gallerie della Grande Guerra scavate nelle rocce del Paterno. La strada tra la forcella e il Locatelli è breve ma ci impiegherete almeno 30 minuti a percorrerla poiché sarete obbligati a girarci in continuazione per vedere loro: le Tre Cime di Lavaredo in tutto il loro splendore. Percorrendo l’anello in senso antiorario, come descritto qui, si avrà la possibilità di vedere le Tre Cime in modalità “cartolina” già dalla mattinata, con maggior probabilità di vederle sgombre da nubi.
Al termine della discesa di nota un breve tratto in salita con scalini di pietra e ponticello in legno molto grazioso che anticipano la pianura sassosa del rifugio Locatelli. Vi consiglio di non soffermarvi subito al rifugio ma di scavallare e di ammirare lo splendido panorama dell’Alpe dei Piani con i bellissimi laghetti alpini, la vista verso la forcella Pian di Cengia da una parte e il gruppo dei Tre Scarperi dall’altra.
Una pausa rapida con mezzo panino e una rapida ascesa sui primi metri della Torre di Toblin per avere una splendida vista sulle mitiche Tre Cime con il rifugio Locatelli e la caratteristica chiesetta a contorno. Scendiamo, direzione Sud-Ovest e al primo bivio, che ci ricongiunge alla strada dell’andata, scegliamo il sentiero CAI 105. Si passano così prati fioriti di eriche fucsia e balze rocciose. Protagoniste, sempre centrali alla nostra vista, le splendide Tre Sorelle. Dopo un primo tratto pianeggiante, il sentiero scende decisamente con ampi zig-zag gradinati formati da grossi legni. Si arriva, in mezz’ora, al Pian da Rin dove le Tre Cime si nascondono e inizia la salita più impegnativa dell’intera escursione. Un tratto di un centinaio di metri di dislivello, al sole, e su tratto sassoso con pendenza decisa e regolare. La salita si può vedere distintamente dal Pian da Rin e una pausa è consigliata prima di intraprendere questo passaggio.
La vista dei pini mughi preannuncia la fine delle fatiche. Anche il panorama vero il Rautkofel regala un appagamento doppio al termine di questa piccola fatica. Si procede così ora in mezzo a rocce alternate a mughi. Qualche albero fa capolino solitario, mentre tornano visibili le protagoniste dell’avventura. Questo tratto si rivela il più lungo e “monotono”, se vogliamo chiamarlo così, per via di un sali e scendi continuo.
Dopo circa un’ora dal Pian da Rin, si raggiunge la Capanna dei Pastori. Qui è presente anche qualche rivolo di acqua fresca. Poco distante, infatti, è presente una fonte d’acqua che genera dei piccoli laghetti turchesi dove si specchiano le Tre Cime. Lasciata la Capanna in breve si raggiunge il Col Forcellina e si arriva alla dorsale ghiaiosa che preannuncia il giro di boa delle cime, che infatti cominciano ad avere una prospettiva meno nota. L’ultimo tratto verso la forcella del Col de Medo è un sentiero più stretto di quelli descritti in precedenza totalmente sassoso in leggera salita. In lontananza di possono vedere le staccionate che identificano il luogo della forcella. La vista da questo pezzo di strada è la particolare gola che scende verticalmente verso la congiunzione della Val della Rienza con la Val Rinbon.
Dalla forcella ritorniamo a vedere un panorama familiare: il Cristallo, con l’annessa Val Popéna, il lago di Misurina, il Sorapiss e gli splendidi Cadini. Ci accolgono nuovamente nell’ultimo tratto di falsopiano che porta al parcheggio. Degno di nota, in questo tratto di sentiero, è un prato addobbato con degli splendidi “ometti” di pietra!
In breve ritorniamo all’auto e in circa 4 ore e mezza concludiamo il giro ad anello, incluse le pause. Si conclude così il classico giro delle Tre Cime di Lavaredo: un’escursione colma di natura, panorami mozzafiato con il meglio che le Dolomiti possano regalare. Per gli appassionati l’anello può essere ben condito di storia e aneddoti sulla Prima Guerra Mondiale dal monte Paterno, alla Cima Grande delle Tre Cime, passando alla forcella Lavaredo fino al monte Rudo dirimpettaio. Un’avventura da condividere sicuramente con i bimbi che non avranno modo di annoiarsi davanti a cotanta bellezza.




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Difficoltà

Turistico - Itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri. I percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata.



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