Ferrata al Sass de Rocia

Ritorno ai monoliti di Ronch per la ferrata e visita al rifugio Migon

È fine aprile, l'inverno non sembra ancora voler dar spazio ad una primavera che scalpita. La neve continua a cadere a quote elevate, le escursioni che prevedevo in questa stagione sono ancora inaccessibili. È il momento perfetto per tentare una via incompiuta a fine gennaio a Rocca Pietore, o meglio, alle Laste di Rocca Pietore e ai suoi famosi monoliti di Ronch. Qui potete trovare la precedente escursione con numerosi dettagli storici: Da Rocca Pietore al Sass di Ronch
L'obiettivo dell'escursione di oggi è la ferrata del Sass de Rocia ed ad accompagnarmi nell'avventura di oggi è il mitico Enrico. Di buon mattino, con un cielo azzurro che smentisce le incerte previsioni meteorologiche, raggiungiamo l'abitato di Laste di Rocca Pietore. Lasciamo l'auto nel comodo parcheggio del centro abitato, allacciamo gli scarponi e partiamo in direzione Sud-Ovest in direzione del paesino di Dagai. Percorriamo la strada asfaltata e, sulla nostra sinistra, cominciamo già a vedere uno splendido panorama dalla punta del Pelmo, che fa capolino, al Civetta fino alla destinazione di oggi: il mastodontico monolite del Sass de Rocia.
Arrivati nel centro di Dagai (Daghèi), imbocchiamo una stradina sulla sinistra che sale accostando il “Piccolo posto Vigili del Fuoco”. Poco più avanti intravediamo una traccia che continua in salita, dapprima nei prati, successivamente seguendo alcuni alberi tagliati. Ci addentriamo sicuri nella boscaglia mantenendo costante la direzione verso Sud. Proseguiamo nella vegetazione sempre più folta, dopo appena 150mt di dislivello circa, raggiungiamo il sentiero CAI 636. Da qui, deviando verso sinistra in direzione Sud-Est in breve intravvediamo spuntare dalle chiome dei pini la guglia maestosa del primo monolite denominato “Sass de la Gusela” con una croce sulla cima. Alle sue spalle, quasi a sembrare lo stesso blocco, ecco che si staglia il Sas de Rocia.
Raggiungiamo il primo monolite alto e snello che si innalza con sinuosa verticalità. A dividere il Sass de Rocia c'è una profonda fenditura, larga qualche decina di metri, nella quale si può scendere su sentiero sassoso per raggiungere delle vie di roccia o l'entrata della via ferrata alla base oggi rovinata dalle interperie e dalla tempesta Vaia. Costeggiamo in Sass de Rocia ammirando le numerose vie di arrampicata che trapuntano la roccia liscia e verticale del monolite. A circa metà del blocco roccioso, si apre una vistosa spaccatura, sottile un paio di metri, scura e angusta dalla quale parte la ferrata. Un cartello ben evidente di colore rosso ricorda di procedere nel percorso con la dovuta attrezzatura: caschetto, imbrago e kit da ferrata.
Ci prepariamo, controlliamo entrambi l'attrezzatura e ci inoltriamo nell'oscurità della fenditura dove parte fin da subito il cavo metallico. Una serie di scalette fatte con tronchi di legno permettono di arrivare ad una scaletta che fa superare un masso alto un paio di metri. Si esce su un piano che svicola sulla sinistra e sale brevemente. Dalla curva si può osservare il vecchio tratto di ferrata, denominato "Bus del Conicio" oggi non più mantenuto adeguatamente, che scende nel buio in direzione Nord-Est. Dopo la brevissima curva si ritorna sul piano, al cospetto di una rassicurante Madonnina e ci si presenta davanti una parete di roccia totalmente verticale, con una serie di staffe di ferro che permettono di raggiungerne l'apice qualche decina di metri più sopra. Immagino l'emozione per Enrico, alla sua prima ferrata, iniziare subito con una verticale così diretta! Parto per primo ed Enrico mi segue a ruota in modo impeccabile. Alla sommità si ha un breve traverso assicurato fino ad una seconda verticale, più corta, che questa volta finisce su un ponticello di acciaio. Siamo sospesi ad una cinquantina di metri da terra, sopra una guglia esile unita da questo ponte che ad ogni passo sussurra rumori metallici. Raggiunto l'altro lato ci si inerpica, sempre in sicurezza con cavo, su facili roccette fino ad una terrazza panoramica a strapiombo dove è possibile godere di una vista meravigliosa sul Pelmo, il Civetta, il Sasso Bianco e l'abitato di Ronch a fare da base. Raggiunti i mughi la zona si fa più ampia e accogliente. L'ultimo tratto della ferrata è composto da un nuovo ponte sospeso nel vuoto e l'arrivo nell'ampia testa sommitale del Sass de Rocia. Lasciamo il tratto attrezzato e ci addentriamo su un prato erboso costellato di alberi schiantati da Vaia. Procediamo su sentiero ben visibile e in 30 minuti dall'attacco della ferrata, eccoci sulla vera e propria sommità: il bivacco Pian delle Stelle! Uno splendido bivacco completamente in legno con veranda esterna con due bei tavolini ed annesse panche. Un bello spiazzo per poter fare un bel focolare. Non manca una griglia per poter cucinare all'occorrenza delle costine. Siamo proprio sul bordo del monolite, solo un timido filo di ferro mal tenuto ci protegge dal baratro di centinaia di metri che ci separa dal bosco sottostante. Da qui si ha una splendida vista sul Col di Lana, il Sass de Stria, il monte Pore e il Cernera. Chiudono poi l'anello i due protagonisti delle Dolomiti: Pelmo e Civetta. Ci godiamo la vista e una meritata pausa insieme anche a delle piacevoli chiacchiere, su nuove ferrate e avventure dolomitiche, con due amici escursionisti ritrovati qui.
Lasciamo il bivacco e, scendendo dalla stessa via della salita, ripercorriamo a ritroso la via ferrata prestando massima attenzione nella discesa delle due sezioni verticali. Terminiamo la via e si conclude la prima ferrata di Enrico, entusiasta del traguardo!
Vista la velocità dell'escursione, tentiamo di raggiungere anche un secondo obiettivo, il vicino rifugio Migon. Tolta l'attrezzatura da ferrata, riprendiamo il sentiero CAI 636 e ci addentriamo nuovamente nel bosco fino a raggiungere la carrareccia che dall'abitato di Davare sale al rifugio. Noi optiamo per una direttissima sul prato. Veniamo accolti da un muretto a secco che costeggia la via che abbiamo deciso di intraprendere e ci accompagna fino all'obiettivo. Arriviamo così al rifugio Migon, con annessa chiesetta degli Alpini. La terrazza del Migon permette di avere una vista diretta sullo splendido monte Pore ancora imbiancato. Scendiamo dalla strada carrabile, nel primo tratto ancora abbondantemente innevata. All'altezza del primo tornante è possibile trovare una traccia che porta direttamente a Rocca Pietore e Caprile.
In breve arriviamo all'abitato di Davare dove rivediamo il bellissimo Col di Lana. Appena superato il paesino, imbocchiamo sulla destra una scorciatoia in mezzo al bosco che scende verso Dagai. Una volta arrivati su un prato erboso ci troviamo davanti una splendida cartolina con il paesino rurale con la bellissima chiesetta che identificano un ricordo lontano d'altri tempi.
Ritorniamo alla strada principale che ci riporta al parcheggio della mattina. Si conclude così una splendida avventura ai monoliti di Ronch, alla ferrata del Sass de Rocia alle Laste di Rocca Pietore. La ferrata è molto semplice, corta e ogni passo è fatto in sicurezza. Il ritorno a ritroso e la verticalità iniziale, anche se per pochi metri, potrebbero far fastidio ai novelli amanti delle ferrate. Nel complesso è una via facile adatta a grandi e anche ai più piccoli. Un'escursione rapida e che si può fare in una mezza giornata ma dal grande impatto emozionale visti gli splendidi panorami e le tipologie di attrattive che offre la zona degli imponenti monoliti.

È fine aprile, l'inverno non sembra ancora voler dar spazio ad una primavera che scalpita. La neve continua a cadere a quote elevate, le escursioni che prevedevo in questa stagione sono ancora inaccessibili. È il momento perfetto per tentare una via incompiuta a fine gennaio a Rocca Pietore, o meglio, alle Laste di Rocca Pietore e ai suoi famosi monoliti di Ronch. Qui potete trovare la precedente escursione con numerosi dettagli storici: Da Rocca Pietore al Sass di Ronch
L'obiettivo dell'escursione di oggi è la ferrata del Sass de Rocia ed ad accompagnarmi nell'avventura di oggi è il mitico Enrico. Di buon mattino, con un cielo azzurro che smentisce le incerte previsioni meteorologiche, raggiungiamo l'abitato di Laste di Rocca Pietore. Lasciamo l'auto nel comodo parcheggio del centro abitato, allacciamo gli scarponi e partiamo in direzione Sud-Ovest in direzione del paesino di Dagai. Percorriamo la strada asfaltata e, sulla nostra sinistra, cominciamo già a vedere uno splendido panorama dalla punta del Pelmo, che fa capolino, al Civetta fino alla destinazione di oggi: il mastodontico monolite del Sass de Rocia.
Arrivati nel centro di Dagai (Daghèi), imbocchiamo una stradina sulla sinistra che sale accostando il “Piccolo posto Vigili del Fuoco”. Poco più avanti intravediamo una traccia che continua in salita, dapprima nei prati, successivamente seguendo alcuni alberi tagliati. Ci addentriamo sicuri nella boscaglia mantenendo costante la direzione verso Sud. Proseguiamo nella vegetazione sempre più folta, dopo appena 150mt di dislivello circa, raggiungiamo il sentiero CAI 636. Da qui, deviando verso sinistra in direzione Sud-Est in breve intravvediamo spuntare dalle chiome dei pini la guglia maestosa del primo monolite denominato “Sass de la Gusela” con una croce sulla cima. Alle sue spalle, quasi a sembrare lo stesso blocco, ecco che si staglia il Sas de Rocia.
Raggiungiamo il primo monolite alto e snello che si innalza con sinuosa verticalità. A dividere il Sass de Rocia c'è una profonda fenditura, larga qualche decina di metri, nella quale si può scendere su sentiero sassoso per raggiungere delle vie di roccia o l'entrata della via ferrata alla base oggi rovinata dalle interperie e dalla tempesta Vaia. Costeggiamo in Sass de Rocia ammirando le numerose vie di arrampicata che trapuntano la roccia liscia e verticale del monolite. A circa metà del blocco roccioso, si apre una vistosa spaccatura, sottile un paio di metri, scura e angusta dalla quale parte la ferrata. Un cartello ben evidente di colore rosso ricorda di procedere nel percorso con la dovuta attrezzatura: caschetto, imbrago e kit da ferrata.
Ci prepariamo, controlliamo entrambi l'attrezzatura e ci inoltriamo nell'oscurità della fenditura dove parte fin da subito il cavo metallico. Una serie di scalette fatte con tronchi di legno permettono di arrivare ad una scaletta che fa superare un masso alto un paio di metri. Si esce su un piano che svicola sulla sinistra e sale brevemente. Dalla curva si può osservare il vecchio tratto di ferrata, denominato "Bus del Conicio" oggi non più mantenuto adeguatamente, che scende nel buio in direzione Nord-Est. Dopo la brevissima curva si ritorna sul piano, al cospetto di una rassicurante Madonnina e ci si presenta davanti una parete di roccia totalmente verticale, con una serie di staffe di ferro che permettono di raggiungerne l'apice qualche decina di metri più sopra. Immagino l'emozione per Enrico, alla sua prima ferrata, iniziare subito con una verticale così diretta! Parto per primo ed Enrico mi segue a ruota in modo impeccabile. Alla sommità si ha un breve traverso assicurato fino ad una seconda verticale, più corta, che questa volta finisce su un ponticello di acciaio. Siamo sospesi ad una cinquantina di metri da terra, sopra una guglia esile unita da questo ponte che ad ogni passo sussurra rumori metallici. Raggiunto l'altro lato ci si inerpica, sempre in sicurezza con cavo, su facili roccette fino ad una terrazza panoramica a strapiombo dove è possibile godere di una vista meravigliosa sul Pelmo, il Civetta, il Sasso Bianco e l'abitato di Ronch a fare da base. Raggiunti i mughi la zona si fa più ampia e accogliente. L'ultimo tratto della ferrata è composto da un nuovo ponte sospeso nel vuoto e l'arrivo nell'ampia testa sommitale del Sass de Rocia.



Data

22-04-2023

Distanza

8.37 KM

Tipo escursione

Trekking

Dislivello

388 mt

  • Montagna

    Monoliti di Ronch

  • Indirizzo

    Laste di Rocca Pietore, Veneto, Italy

  • Altitudine

    1700.00 m

  • Rifugi

    Rifugio Migon

  • Informazioni

    Rifugio Migon

Lasciamo il tratto attrezzato e ci addentriamo su un prato erboso costellato di alberi schiantati da Vaia. Procediamo su sentiero ben visibile e in 30 minuti dall'attacco della ferrata, eccoci sulla vera e propria sommità: il bivacco Pian delle Stelle! Uno splendido bivacco completamente in legno con veranda esterna con due bei tavolini ed annesse panche. Un bello spiazzo per poter fare un bel focolare. Non manca una griglia per poter cucinare all'occorrenza delle costine. Siamo proprio sul bordo del monolite, solo un timido filo di ferro mal tenuto ci protegge dal baratro di centinaia di metri che ci separa dal bosco sottostante. Da qui si ha una splendida vista sul Col di Lana, il Sass de Stria, il monte Pore e il Cernera. Chiudono poi l'anello i due protagonisti delle Dolomiti: Pelmo e Civetta. Ci godiamo la vista e una meritata pausa insieme anche a delle piacevoli chiacchiere, su nuove ferrate e avventure dolomitiche, con due amici escursionisti ritrovati qui.
Lasciamo il bivacco e, scendendo dalla stessa via della salita, ripercorriamo a ritroso la via ferrata prestando massima attenzione nella discesa delle due sezioni verticali. Terminiamo la via e si conclude la prima ferrata di Enrico, entusiasta del traguardo!
Vista la velocità dell'escursione, tentiamo di raggiungere anche un secondo obiettivo, il vicino rifugio Migon. Tolta l'attrezzatura da ferrata, riprendiamo il sentiero CAI 636 e ci addentriamo nuovamente nel bosco fino a raggiungere la carrareccia che dall'abitato di Davare sale al rifugio. Noi optiamo per una direttissima sul prato. Veniamo accolti da un muretto a secco che costeggia la via che abbiamo deciso di intraprendere e ci accompagna fino all'obiettivo. Arriviamo così al rifugio Migon, con annessa chiesetta degli Alpini. La terrazza del Migon permette di avere una vista diretta sullo splendido monte Pore ancora imbiancato. Scendiamo dalla strada carrabile, nel primo tratto ancora abbondantemente innevata. All'altezza del primo tornante è possibile trovare una traccia che porta direttamente a Rocca Pietore e Caprile.
In breve arriviamo all'abitato di Davare dove rivediamo il bellissimo Col di Lana. Appena superato il paesino, imbocchiamo sulla destra una scorciatoia in mezzo al bosco che scende verso Dagai. Una volta arrivati su un prato erboso ci troviamo davanti una splendida cartolina con il paesino rurale con la bellissima chiesetta che identificano un ricordo lontano d'altri tempi.
Ritorniamo alla strada principale che ci riporta al parcheggio della mattina. Si conclude così una splendida avventura ai monoliti di Ronch, alla ferrata del Sass de Rocia alle Laste di Rocca Pietore. La ferrata è molto semplice, corta e ogni passo è fatto in sicurezza. Il ritorno a ritroso e la verticalità iniziale, anche se per pochi metri, potrebbero far fastidio ai novelli amanti delle ferrate. Nel complesso è una via facile adatta a grandi e anche ai più piccoli. Un'escursione rapida e che si può fare in una mezza giornata ma dal grande impatto emozionale visti gli splendidi panorami e le tipologie di attrattive che offre la zona degli imponenti monoliti.




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Difficoltà

Escursionisti - Itinerari su sentieri od evidenti tracce in terreno di vario genere (pascoli, detriti, pietraie...). Sono generalmente segnalati con vernice od ometti (pietre impilate a forma piramidale che permettono di individuare il percorso anche da lontano). Possono svolgersi anche in ambienti innevati ma solo lievemente inclinati. Richiedono attrezzatura ed una sufficiente capacità di orientamento, allenamento alla camminata anche per qualche ora.



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