Emozionante avventura in Val di Zoldo

Lago di Pontesei, Casera Bosconero e il tentativo alla Forcella Ciavazole

La Val di Zoldo è una valle dolomitica situata nella provincia di Belluno, ricca di paesaggi mozzafiato e percorsi escursionistici che lasciano senza fiato. Per far capire meglio la zona in cui siamo, riporto la dettagliata descrizione di Ottone Brentari nel suo libro "Guida Storico-Alpina del Cadore" del 1886: Fra Longurone e Perarolo (v. p. 84 e 88) sulla destra del Piave che scorre ad E., del Boite e del Rite che scorrono a N. el O., e sulla sinistra del Maê pure ad O., si stende un lungo dosso montuoso che separa il Canale del Piave dalla Valle di Zoldo. In esso da S. a N. spiccano il M. Campello a N. O. di Castellavazzo, il Col di Serra, il M. Rocchetta e Sasso di Bosco Nero (m. 2509) ad O. di Ospitale. Quindi il dosso, a N. E. del Col di S. Pietro e Valle di Campestrin continua col M. Sfornioi (m. 2409), Croda Cus e M. Dubbiea, a S. O. di Perarolo. Il Sasso di Bosco Nero, che à tre punte, ed è il monte più alto della catena, fu salito per la prima volta li 19 Settembre 1879 dall' italiano Cesare Tomè e dal tedesco Goffredo Merzbacher.
In una splendida giornata di sole, io e il mio amico Leonardo abbiamo deciso di esplorare questa magnifica regione. La nostra escursione è iniziata al Lago di Pontesei, un bacino artificiale situato nel cuore della Val di Zoldo. Ci siamo preparati, abbiamo indossato gli zaini e abbiamo iniziato a camminare lungo il sentiero CAI 490 che serpeggiava tra boschi di abeti e larici, accompagnati dal canto degli uccelli e dal profumo della natura. Dopo un paio di ore di cammino, abbiamo raggiunto il rifugio Casera Bosconero, situato a 1.450 metri di altitudine. Qui abbiamo fatto una sosta per rifocillarci e goderci il panorama sulla Civetta, il Moiazza e sulla valle sottostante. La giornata di sole e il cielo azzurro rendevano l'atmosfera ancora più magica. Il rifugio è un punto di riferimento per gli escursionisti che desiderano scoprire le meraviglie della Val di Zoldo e offre un'ottima cucina locale (in questa stagione purtroppo è ancora chiuso).
Ripartiti dal rifugio, ci siamo diretti verso la Forcella Ciavazole, un passo montano a 2.235 metri di altitudine. Tuttavia, man mano che procedevamo, la neve sul sentiero diventava sempre più abbondante e profonda. I pendii si presentavano carichi di neve fresca, rendendo il percorso sempre più difficoltoso. Gli impluvi carichi di neve ci hanno costretto a fermarci e a rinunciare al nostro obiettivo.
Quando ci siamo resi conto che sarebbe stato troppo pericoloso proseguire verso la Forcella Ciavazole, abbiamo deciso di fermarci e cercare un'alternativa per tornare in direzione della Casera Bosconero. Dopo aver studiato attentamente la cartina, abbiamo individuato una traccia nel bosco che ci avrebbe portato a destinazione compiendo unaspecie di anello.
Nonostante le difficoltà, l'impervia strada alternativa si è rivelata una sorpresa inaspettata. Ci siamo imbattuti in paesaggi selvaggi e incontaminati, con ruscelli, piccole cascate di ghiaccio e rocce affioranti dal manto nevoso. La nostra avventura si è trasformata in una vera e propria esplorazione, che ci ha permesso di scoprire angoli nascosti della Val di Zoldo che altrimenti non avremmo mai conosciuto.
La nostra escursione in Val di Zoldo è stata un'esperienza indimenticabile e ricca di emozioni. Nonostante la meta finale, la Forcella Ciavazole, sia rimasta irraggiungibile a causa delle impluvi carichi di neve, la giornata trascorsa è stata comunque un'avventura che ricorderemo a lungo. Ci ha lasciato ricordi indelebili e un forte desiderio di continuare a esplorare le meraviglie che le Dolomiti hanno da offrire.

La Val di Zoldo è una valle dolomitica situata nella provincia di Belluno, ricca di paesaggi mozzafiato e percorsi escursionistici che lasciano senza fiato. Per far capire meglio la zona in cui siamo, riporto la dettagliata descrizione di Ottone Brentari nel suo libro "Guida Storico-Alpina del Cadore" del 1886: Fra Longurone e Perarolo (v. p. 84 e 88) sulla destra del Piave che scorre ad E., del Boite e del Rite che scorrono a N. el O., e sulla sinistra del Maê pure ad O., si stende un lungo dosso montuoso che separa il Canale del Piave dalla Valle di Zoldo. In esso da S. a N. spiccano il M. Campello a N. O. di Castellavazzo, il Col di Serra, il M. Rocchetta e Sasso di Bosco Nero (m. 2509) ad O. di Ospitale. Quindi il dosso, a N. E. del Col di S. Pietro e Valle di Campestrin continua col M. Sfornioi (m. 2409), Croda Cus e M. Dubbiea, a S. O. di Perarolo. Il Sasso di Bosco Nero, che à tre punte, ed è il monte più alto della catena, fu salito per la prima volta li 19 Settembre 1879 dall' italiano Cesare Tomè e dal tedesco Goffredo Merzbacher.
In una splendida giornata di sole, io e il mio amico Leonardo abbiamo deciso di esplorare questa magnifica regione. La nostra escursione è iniziata al Lago di Pontesei, un bacino artificiale situato nel cuore della Val di Zoldo. Ci siamo preparati, abbiamo indossato gli zaini e abbiamo iniziato a camminare lungo il sentiero CAI 490 che serpeggiava tra boschi di abeti e larici, accompagnati dal canto degli uccelli e dal profumo della natura.



Data

11-03-2023

Distanza

12.90 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

915 mt

  • Montagna

    Sasso di Bosconero

  • Indirizzo

    Forno di Zoldo, Veneto, Italy

  • Altitudine

    1632.00 m

  • Rifugi

    Rifugio Casera Bosconero

  • Informazioni

    Rifugio Casera Bosconero

Dopo un paio di ore di cammino, abbiamo raggiunto il rifugio Casera Bosconero, situato a 1.450 metri di altitudine. Qui abbiamo fatto una sosta per rifocillarci e goderci il panorama sulla Civetta, il Moiazza e sulla valle sottostante. La giornata di sole e il cielo azzurro rendevano l'atmosfera ancora più magica. Il rifugio è un punto di riferimento per gli escursionisti che desiderano scoprire le meraviglie della Val di Zoldo e offre un'ottima cucina locale (in questa stagione purtroppo è ancora chiuso).
Ripartiti dal rifugio, ci siamo diretti verso la Forcella Ciavazole, un passo montano a 2.235 metri di altitudine. Tuttavia, man mano che procedevamo, la neve sul sentiero diventava sempre più abbondante e profonda. I pendii si presentavano carichi di neve fresca, rendendo il percorso sempre più difficoltoso. Gli impluvi carichi di neve ci hanno costretto a fermarci e a rinunciare al nostro obiettivo.
Quando ci siamo resi conto che sarebbe stato troppo pericoloso proseguire verso la Forcella Ciavazole, abbiamo deciso di fermarci e cercare un'alternativa per tornare in direzione della Casera Bosconero. Dopo aver studiato attentamente la cartina, abbiamo individuato una traccia nel bosco che ci avrebbe portato a destinazione compiendo unaspecie di anello.
Nonostante le difficoltà, l'impervia strada alternativa si è rivelata una sorpresa inaspettata. Ci siamo imbattuti in paesaggi selvaggi e incontaminati, con ruscelli, piccole cascate di ghiaccio e rocce affioranti dal manto nevoso. La nostra avventura si è trasformata in una vera e propria esplorazione, che ci ha permesso di scoprire angoli nascosti della Val di Zoldo che altrimenti non avremmo mai conosciuto.
La nostra escursione in Val di Zoldo è stata un'esperienza indimenticabile e ricca di emozioni. Nonostante la meta finale, la Forcella Ciavazole, sia rimasta irraggiungibile a causa delle impluvi carichi di neve, la giornata trascorsa è stata comunque un'avventura che ricorderemo a lungo. Ci ha lasciato ricordi indelebili e un forte desiderio di continuare a esplorare le meraviglie che le Dolomiti hanno da offrire.




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Difficoltà

Escursionisti Esperti - sono intinerari generalmente segnalati ma con qualche difficoltà: il terreno può essere costituito da pendii scivolosi di erba, misti di rocce ed erba, pietraie, lievi pendii innevati o anche singoli passaggi rocciosi di facile arrampicata (uso delle mani in alcuni punti). Pur essendo percorsi che non necessitano di particolare attrezzatura, si possono presentare tratti attrezzati se pur poco impegnativi. Richiedono una discreta conoscenza dell'ambiente alpino, passo sicuro ed assenza di vertigini. La preparazione fisica deve essere adeguata ad una giornata di cammino abbastanza continuo.



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