Invernale al lago Ghedina

Escursione magica sul lago Ghedina (ghiacciato!) a pochi passi da Cortina d’Ampezzo

Il 2022 sta per terminare, la neve caduta copiosa i primi giorni di dicembre dona ancora un sottile manto candido aggredito dalle temperature che si stanno nuovamente alzando sopra la media. Oggi, assieme a Giorgia, abbiamo scelto un’avventura insolita, lontano dalla frenesia della stagione sciistica. Non abbiamo puntato su luoghi remoti, bensì proprio nel cuore della movida invernale: Cortina d’Ampezzo!
Superiamo il centro di Cortina e ci dirigiamo in direzione Fiames. Prima di raggiungere lo stadio, giriamo sul ponte de Ra Sia, per raggiungere il parcheggio del Camping Olympia. La giornata è frizzante, ma comunque non troppo fredda. Ci prepariamo con gli scarponi, mettiamo nello zaino i ramponcini e ci dirigiamo verso Ovest sulla vecchia carrareccia che adesso è identificata dal sentiero CAI 409. Notiamo subito che la neve è bella fredda, quasi ghiacciata, e non c’è uno strato adeguato per l’utilizzo delle ciaspole.
Ci inoltriamo nel bosco di abeti e larici imbiancati, un rilassante silenzio ci accoglie. L’unico suono è il canto di qualche timido uccellino sulle punte degli alberi che ci circondano. La salita è dolce, una passeggiata ristoratrice che ci permette di respirare aria pulita a pieni polmoni. Raggiungiamo in breve un’apertura verso l’abitato di Cortina e godiamo si una splendida vista in direzione del Faloria e del gruppo del Sorapiss. Procediamo fino a raggiungere quota 1445 metri (Paruèto) dove prendiamo la deviazione a sinistra in direzione Sud. Poche centinaia di metri ci separano dalla strada asfaltata che permette di raggiungere in tutta tranquillità questo luogo.
Raggiungiamo l’asfalto reso molto scivoloso da un sottile strato di ghiaccio. Stiamo attenti a dove mettere i piedi per evitare il capitombolo. Avanziamo fino a raggiungere una traccia nella neve che porta ad una fila di larici.
Procediamo nel boschetto fino a raggiungere la meta ambita di oggi: il lago Ghedina! In meno di un’ora dalla partenza, si arriva a questo splendido laghetto dalla forma sinuosa tutto contornato da alberi a fargli da scudo in una bellissima cartolina. Proteso verso il centro si staglia un piccolo ristorantino che, grazie ad una terrazza a vetrate, permette di godere del magnifico panorama comodamente seduti e gustando piatti prelibati. Il relax è totale, la vista di questo lago regala una serenità disarmante. Normalmente è possibile fare il giro completo del lago, ma oggi purtroppo un ponte dissestato dalla neve non lo permette. Raggiungendo la riva Sud è possibile avere il panorama del lago con il ristorante e, dietro, la catena delle Crepe de Cianderòu. La bellezza di questo lago è osannata già dai primi anni del XX secolo. Nella “Guida della Valle di Ampezzo e dei suoi dintorni”, nell’edizione uscita a Vienna nel 1905 si può leggere: Il lago Ghedina, ricco di eccellenti trote, giace a nord ovest di Cortina, ai piedi delle gigantesche Tofane e del Cianderòu, in amenissimo bacino circondato da larici e abeti. […] Puossi qui passare qualche ora in piacevole divertimento, trovando di che rifocillarsi in una piccola osteria situata presso la riva, e cullandosi poi mollemente nell’acque del lago su leggera barchetta.
Nella giornata di oggi non è possibile nemmeno tentare un giretto in barca: il laghetto è completamente ghiacciato! La lastra chiara che lo ricopre dona all’intero ambiente una luce abbagliate grazie al timido sole riflesso. Come consigliato anche dalla guida del 1905, ci gustiamo qualche momento di relax nel ristorante sulla riva, il “Saliola al lago Ghedina”, godendoci dei piatti succulenti.
Il sole, già dal primo pomeriggio, saluta il lago e si nasconde dietro alle Tofane nel versante Ovest. Riprendiamo i nostri zaini e ci inoltriamo verso il percorso di discesa per compiere un anello. È possibile scegliere diverse vie per il ritorno. Noi intendiamo tentare la via più rapida in mezzo al bosco con la combinazione dei sentieri 410, nel primissimo tratto, 416 e 417. Percorriamo sul ciglio della strada, su manto nevoso compatto, il tratto del CAI 410 ma, arrivati all’imbocco del 416, notiamo che è presente troppa neve. Non abbiamo le ciaspe e sarebbe inutile sprofondare nella neve e affaticarci inutilmente. Scegliamo quindi di continuare sulla strada asfaltata e di conseguenza nella traccia CAI 410. Stiamo attenti perché in alcuni punti l’asfalto ha dei punti con un leggero strato di ghiaccio.
Scendiamo e la strada diventa via via più pulita. A quota 1400 metri raggiungiamo una piccola baita dalla quale si può vedere una splendida panoramica su Cortina, il Faloria fino al Becco di Mezzodì. Affiancando la baita alla nostra destra, proseguiamo per un timido sentiero che si inoltra nel bosco e ci costringe ad indossare i ramponcini. Qui sono presenti brevi tratti ghiacciati alternati a fogliame caduto che non permette di vedere eventuale ghiaccio sotto. In breve arriviamo all’abitato di Cadin a quota 1320 metri con splendide e caratteristiche baite in legno. Il colpo d’occhio su Cortina da qui è magico!
Ci dirigiamo decisi verso Nord sulla strada asfaltata e in breve incrociamo il sentiero CAI 417 con una maestosa vista sulla Punta Fiames, il Pomagagnon e il Cristallo. Una comoda camminata sulla neve, rassicurati dalle imponenti montagne che abbiamo davanti, ci consente di addentrarci nuovamente nel bosco. Superiamo un piccolo torrentello, procediamo nella decisa discesa cominciando a intravedere il Boite. Da questo momento in poi lo costeggiamo continuamente osservando le splendide anse, i rigonfiamenti e le cascatelle che questo bellissimo torrente crea. Infine, affianchiamo una caratteristica rupe spiovente sul sentiero che si fa più sottile e possiamo guardare dall’alto le acque cristalline del gagliardo Boite.
Arriviamo quindi a Fiames, il sole è quasi tramontato e intravediamo tra le fronde il Pomagagnon imbiondito dalla luce calda che forma una magnifica enrosadira. Ritorniamo così al parcheggio del camping Olympia chiudendo l’anello.
Una splendida escursione, semplice, adatta a tutti. Grandi e piccini possono divertirsi immersi nella natura silenziosa a pochi passi dalla perla delle Dolomiti. Un luogo magico, che regala emozioni senza l’arrogante frenesia delle piste da sci.

Il 2022 sta per terminare, la neve caduta copiosa i primi giorni di dicembre dona ancora un sottile manto candido aggredito dalle temperature che si stanno nuovamente alzando sopra la media. Oggi, assieme a Giorgia, abbiamo scelto un’avventura insolita, lontano dalla frenesia della stagione sciistica. Non abbiamo puntato su luoghi remoti, bensì proprio nel cuore della movida invernale: Cortina d’Ampezzo!
Superiamo il centro di Cortina e ci dirigiamo in direzione Fiames. Prima di raggiungere lo stadio, giriamo sul ponte de Ra Sia, per raggiungere il parcheggio del Camping Olympia. La giornata è frizzante, ma comunque non troppo fredda. Ci prepariamo con gli scarponi, mettiamo nello zaino i ramponcini e ci dirigiamo verso Ovest sulla vecchia carrareccia che adesso è identificata dal sentiero CAI 409. Notiamo subito che la neve è bella fredda, quasi ghiacciata, e non c’è uno strato adeguato per l’utilizzo delle ciaspole.
Ci inoltriamo nel bosco di abeti e larici imbiancati, un rilassante silenzio ci accoglie. L’unico suono è il canto di qualche timido uccellino sulle punte degli alberi che ci circondano. La salita è dolce, una passeggiata ristoratrice che ci permette di respirare aria pulita a pieni polmoni. Raggiungiamo in breve un’apertura verso l’abitato di Cortina e godiamo si una splendida vista in direzione del Faloria e del gruppo del Sorapiss. Procediamo fino a raggiungere quota 1445 metri (Paruèto) dove prendiamo la deviazione a sinistra in direzione Sud. Poche centinaia di metri ci separano dalla strada asfaltata che permette di raggiungere in tutta tranquillità questo luogo.
Raggiungiamo l’asfalto reso molto scivoloso da un sottile strato di ghiaccio. Stiamo attenti a dove mettere i piedi per evitare il capitombolo. Avanziamo fino a raggiungere una traccia nella neve che porta ad una fila di larici.
Procediamo nel boschetto fino a raggiungere la meta ambita di oggi: il lago Ghedina! In meno di un’ora dalla partenza, si arriva a questo splendido laghetto dalla forma sinuosa tutto contornato da alberi a fargli da scudo in una bellissima cartolina. Proteso verso il centro si staglia un piccolo ristorantino che, grazie ad una terrazza a vetrate, permette di godere del magnifico panorama comodamente seduti e gustando piatti prelibati.



Data

28-12-2022

Distanza

7.50 KM

Tipo escursione

Ciaspolata

Dislivello

220 mt

  • Montagna

    Cianderòu

  • Indirizzo

    Cortina d’Ampezzo, Veneto, Italy

  • Altitudine

    1470.00 m

  • Rifugi

    Ristorante Saliola al lago Ghedina

  • Informazioni

    Ristorante Saliola

Il relax è totale, la vista di questo lago regala una serenità disarmante. Normalmente è possibile fare il giro completo del lago, ma oggi purtroppo un ponte dissestato dalla neve non lo permette. Raggiungendo la riva Sud è possibile avere il panorama del lago con il ristorante e, dietro, la catena delle Crepe de Cianderòu. La bellezza di questo lago è osannata già dai primi anni del XX secolo. Nella “Guida della Valle di Ampezzo e dei suoi dintorni”, nell’edizione uscita a Vienna nel 1905 si può leggere: Il lago Ghedina, ricco di eccellenti trote, giace a nord ovest di Cortina, ai piedi delle gigantesche Tofane e del Cianderòu, in amenissimo bacino circondato da larici e abeti. […] Puossi qui passare qualche ora in piacevole divertimento, trovando di che rifocillarsi in una piccola osteria situata presso la riva, e cullandosi poi mollemente nell’acque del lago su leggera barchetta.
Nella giornata di oggi non è possibile nemmeno tentare un giretto in barca: il laghetto è completamente ghiacciato! La lastra chiara che lo ricopre dona all’intero ambiente una luce abbagliate grazie al timido sole riflesso. Come consigliato anche dalla guida del 1905, ci gustiamo qualche momento di relax nel ristorante sulla riva, il “Saliola al lago Ghedina”, godendoci dei piatti succulenti.
Il sole, già dal primo pomeriggio, saluta il lago e si nasconde dietro alle Tofane nel versante Ovest. Riprendiamo i nostri zaini e ci inoltriamo verso il percorso di discesa per compiere un anello. È possibile scegliere diverse vie per il ritorno. Noi intendiamo tentare la via più rapida in mezzo al bosco con la combinazione dei sentieri 410, nel primissimo tratto, 416 e 417. Percorriamo sul ciglio della strada, su manto nevoso compatto, il tratto del CAI 410 ma, arrivati all’imbocco del 416, notiamo che è presente troppa neve. Non abbiamo le ciaspe e sarebbe inutile sprofondare nella neve e affaticarci inutilmente. Scegliamo quindi di continuare sulla strada asfaltata e di conseguenza nella traccia CAI 410. Stiamo attenti perché in alcuni punti l’asfalto ha dei punti con un leggero strato di ghiaccio.
Scendiamo e la strada diventa via via più pulita. A quota 1400 metri raggiungiamo una piccola baita dalla quale si può vedere una splendida panoramica su Cortina, il Faloria fino al Becco di Mezzodì. Affiancando la baita alla nostra destra, proseguiamo per un timido sentiero che si inoltra nel bosco e ci costringe ad indossare i ramponcini. Qui sono presenti brevi tratti ghiacciati alternati a fogliame caduto che non permette di vedere eventuale ghiaccio sotto. In breve arriviamo all’abitato di Cadin a quota 1320 metri con splendide e caratteristiche baite in legno. Il colpo d’occhio su Cortina da qui è magico!
Ci dirigiamo decisi verso Nord sulla strada asfaltata e in breve incrociamo il sentiero CAI 417 con una maestosa vista sulla Punta Fiames, il Pomagagnon e il Cristallo. Una comoda camminata sulla neve, rassicurati dalle imponenti montagne che abbiamo davanti, ci consente di addentrarci nuovamente nel bosco. Superiamo un piccolo torrentello, procediamo nella decisa discesa cominciando a intravedere il Boite. Da questo momento in poi lo costeggiamo continuamente osservando le splendide anse, i rigonfiamenti e le cascatelle che questo bellissimo torrente crea. Infine, affianchiamo una caratteristica rupe spiovente sul sentiero che si fa più sottile e possiamo guardare dall’alto le acque cristalline del gagliardo Boite.
Arriviamo quindi a Fiames, il sole è quasi tramontato e intravediamo tra le fronde il Pomagagnon imbiondito dalla luce calda che forma una magnifica enrosadira. Ritorniamo così al parcheggio del camping Olympia chiudendo l’anello.
Una splendida escursione, semplice, adatta a tutti. Grandi e piccini possono divertirsi immersi nella natura silenziosa a pochi passi dalla perla delle Dolomiti. Un luogo magico, che regala emozioni senza l’arrogante frenesia delle piste da sci.




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Difficoltà

Turistico - Itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri. I percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata.



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