Cima Lagazuoi

Dal Passo Falzarego via normale alla vetta del Piccolo Lagazuoi


Fine giugno, giornata splendida e senza nuvole di prima mattina. Io e Giorgia siamo pronti per un’avventura con partenza dal Passo Falzarego. Oggi tentiamo di raggiungere una vera cima: il Lagazuoi! Per Giorgia la cima più alta che abbia mai raggiunto solo con le proprie forze senza ausili meccanici!
Raggiungiamo il parcheggio del Passo Falzarego, di fronte alla partenza della funivia. Oggi non ci servirà, perché intendiamo raggiungere la croce di vetta totalmente a piedi. Davanti a noi, maestoso, si staglia il Piccolo Lagazuoi. Sembra quasi venirci addosso da quanto è verticale. Allacciamo gli scarponi, zaini in spalla, ultima occhiata alla distante meta che ci attende. Giorgia è carica: si parte!
Ci lasciamo alle spalle la cabinovia e prendiamo la via sterrata che sale in direzione NE. In principio la strada combacia con il sentiero CAI 402 e si biforca dopo un centinaio di metri per raggiungere la Galleria del Lagazuoi che penetra nel cuore della montagna. Procediamo sulla traccia che d’inverno rappresenta la pista da sci del Lagazuoi. Bella ampia, ma con una pendenza decisamente marcata e costante. Da preferire assolutamente in salita poiché il fondo di ghiaia fine su strato compatto potrebbe riservare delle spiacevoli cadute.
Avanziamo sempre in battuta di sole, non ci sono alberi o arbusti per godere di un po’ d’ombra. Già dopo un centinaio di metri di dislivello, all’altezza delle prima curva verso sinistra, voltandosi si ha un panorama eccezionale sull’Averau, il Lastoi de Formin, il Civetta che fa capolino e, sulla destra, la mitica Marmolada. Procediamo costeggiando la destra orografica del Rio Lagazuoi di cui vediamo solo una timida cascatella che fuoriesce da uno scolo roccioso. Alla nostra sinistra possiamo già scorgere la Forcella Lagazuoi, mentre dritta davanti a noi la traccia che permette di raggiungere Forcella Travenanzes e l’omonima valle.
Nuova deviazione verso sinistra e puntiamo dritti alla Forcella Lagazuoi. Si procede spediti, in salita si fa una bella presa sul terreno. Vediamo sempre più vicina la forcella, l’ultimo tratto è quello un po’ più impegnativo su ghiaia fine. Quota 2573 mt, arrivati in forcella! Il vento sferza impetuoso, siamo in mezzo tra la base del Lagazuoi Grande e il Piccolo Lagazuoi. Verso N possiamo osservare il paesaggio lunare caratteristico del Lagazuoi fino a scorgere la Cima Scotoni. Verso S, invece, abbiamo un visuale eccezionale sulle 5 Torri, Averau e Nuvolau come incastonate in un gioiello. Notiamo il sentiero CAI 401 che porta prima alla forcella e poi in Val Travenanzes. Questa via sicuramente era stata percorsa dai soldati italiani nel fronte di avanguardia posto alla base delle Tofane. Guardiamo in direzione della cima e notiamo il sentiero incastonato nella roccia che sale a zig-zag verso la vetta.
Stiamo osservando la dorsale che rivolge ad oriente del Piccolo Lagazuoi. Lasciamo la forcella e raggiungiamo il sentiero, molto comodo su rocce e pali di legno che salgono a fianco di questa parete rocciosa irta di caverne aperte verso le Torri del Falzarego. Questa dorsale, chiamata in guerra la “Grande Muraglia” (o “Muraglia Rocciosa”) era la vedetta ideale per gli austriaci verso Col dei Bos e le immense pietraie dell’alta Val Travenanzes e della base del Castelletto. Qui, scavati nella roccia, abbiamo potuto osservare anche dei ricoveri e dei veri e propri uffici degli ufficiali austriaci.



Data

23-06-2022

Distanza

8.74 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

680 mt

  • Montagna

    Lagazuoi

  • Indirizzo

    Passo Falzarego, Veneto, Italy

  • Altitudine

    2792.00 m

  • Rifugi

    Rifugio Falzarego

  • Informazioni

    Rifugio Lagazuoi

Troviamo anche un piccolo nevaio, siamo a quota 2700mt. Manca pochissimo alla vetta. Raggiungiamo la cresta sommitale della muraglia rocciosa e abbiamo una vista mozzafiato sul passo Falzarego, il Civettta e l’anfiteatro delle cime Ampezzane. A protezione del baratro c’è un muretto a secco con una serie di sacchi di sabbia per rievocare una vera trincea della Grande Guerra. Una volta inebriata di cotanta bellezza e profumo di storia, volgiamo lo sguardo sulla destra dove vediamo svettare il Rifugio Lagazuoi! In breve lo raggiungiamo e ammiriamo il panorama che si gode dall’ampia terrazza del rifugio. Un susseguirsi di vette che spaziano tra il Veneto e il Trentino Alto Adige. Di fatto siamo sull’anticima del Lagazuoi a quota 2752mt.
Qui troviamo una sentinella del Lagazuoi con i vestiti di un sergente militare della Prima Guerra Mondiale che sta facendo da guida ad un gruppo di escursionisti e spiega dettagliatamente la storia di questi luoghi. Riprendo così un piccolo cenno storico. Noi siamo sulla linea del fronte austriaco. La maggior parte del complesso del Piccolo Lagazuoi è sempre stato in mano austriaca. La tipologia di guerra che si è combattuta qui, una guerra di mine, non ha mai chiarito definitivamente chi attaccasse o difendesse le postazioni su questa cima. Il continuo scavare gallerie per sorprendere il nemico aldilà del proprio fronte era un continuo ascoltare, attendere e prevedere dove il nemico sarebbe sbucato. Gli italiani, poi, con la “scoperta” e la difesa della Cengia Martini sono stati una spina del fianco per gli austriaci. La famosa cengia è proprio sotto l’anticima, un po’ spostata verso SE. Invisibile sia da sopra (protetta da un tetto di roccia) che dal Passo Falzarego, era un punto di stazionamento perfetto per scongiurare l’avanzata austriaca e tentare qualche attacco.
Continuiamo verso la vetta, costeggiamo una piccola dorsale anch’essa forata per la creazione di una piccola galleria che punta verso la Grande Muraglia. Questo ultimo tratto fino in vetta è una piacevole passeggiata resa semplice a attrezzata anche per le carrozzine che raggiungono il rifugio grazie alla funivia. In questo modo chiunque può raggiungere la cima storica del Lagazuoi. A quota 2792mt, un’imponente croce con il Cristo determina la vetta: siamo in cima al Piccolo Lagazuoi! Un panorama a 360 gradi ci attende: dalle magiche montagne del Cadore, Sorapiss, Antelao, Pelmo, Civetta, passando per Averau, Nuvolau e 5 Torri, per la Marmolada, il Sass de Stria, Col di Lana, per arrivare all’Alta Badia, al Passo Gardena, con il Gruppo del Sella, Sassongher, Piz de Lavarela, concludendo con Grande Lagazuoi e Tofane. Una vista da perdere il fiato.
Foto di rito obbligatorie con questo panorama e torniamo verso il rifugio dove ci attende un lauto pranzo ristoratore. Consigliatissime le fettuccine al capriolo! Ci riposiamo un po’, ci godiamo ancora il fresco e la vista dalla terrazza panoramica e poi scendiamo per la stessa via della salita. Contentissimi ritorniamo al passo Falzarego e continuiamo a guardare la splendida impresa che abbiamo effettuato oggi. Un’ascensione inedita per Giorgia che non aveva mai raggiunto una cima così elevata.
Un’avventura per escursionisti mediamente allenati. Consigliatissima per appassionati di vie storiche. Un’escursione che ad ogni passo rievoca una storia fatta di sacrifici e di amore per la Patria.




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Difficoltà

Escursionisti - Itinerari su sentieri od evidenti tracce in terreno di vario genere (pascoli, detriti, pietraie...). Sono generalmente segnalati con vernice od ometti (pietre impilate a forma piramidale che permettono di individuare il percorso anche da lontano). Possono svolgersi anche in ambienti innevati ma solo lievemente inclinati. Richiedono attrezzatura ed una sufficiente capacità di orientamento, allenamento alla camminata anche per qualche ora.



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