Cristallino di Misurina

Vetta nel gruppo del Cristallo scrigno della Grande Guerra


Anche se il calendario non è d’accordo, comincia già ai primi di giungo l’estate caldissima delle escursioni! L’avventura di oggi si svolge nelle fantastiche Dolomiti Venete nel gruppo del Cristallo, assieme al mio amico Andrea, alla scoperta della cima del Cristallino di Misurina. Una giornata meravigliosa, senza nuvole già dalla prima mattina, ci accoglie nella strada che da Auronzo porta a Misurina, per raggiungere la partenza al Ponte della Val Popèna, prima di Carbonin.
Lasciamo la macchina sul tornate con un discreto parcheggio, allacciamo gli scarponi e partiamo! Sono le 9, siamo già in maniche corte e io sto già imprecando per la scelta dei pantaloni lunghi… Il sentiero da seguire è il CAI 222: la traccia dapprima ben evidente, continua con successive interruzioni causate da smottamenti e frane sul greto del Rio Popèna. Non c’è possibilità di perdersi e un occhio allenato di un buon escursionista riesce a scorgere i molti “ometti” di pietre che indicano il passaggio sicuro sul greto sassoso del rio. Per i più “selvaggi” si può anche optare di costeggiare la sinistra orografica del rio immergendosi nella vegetazione.
L’obiettivo finale è quello di raggiungere il termine della vegetazione inoltrandosi nella Val Popèna Alta e, in circa un’ora, si arriva al bivio con la variante dell’Alta Via numero 3 sul sentiero CAI 224 e la deviazione del sentiero CAI 222a. Quest’ultimo sentiero è quello che intraprendiamo di buona lena inoltrandoci in un boschetto di pini mughi. La vista da qui è già splendida: in fondo alla Val Popèna è possibile osservare i caratteristici Campanili di Popèna: pilastri sottili e affusolati che si stagliano con un’eleganza incredibile! Sulla sinistra la Costa del Popena con la cima del monte Popèna dove, dietro non visibile, sappiamo esserci Misurina e il suo lago.
Ci inoltriamo così nella Val de le Barache, chiamata così per la presenza, durante la Grande Guerra, di installazioni in legno per lo stivaggio di armamenti, viveri e piccoli ricoveri. Saliamo a zig zag prima circondati dai baranci che, via via diradandosi, lasciano spazio ad un paesaggio lunare tra ciuffi d’erba e sassi grigio perla. Ci riposiamo a quota 2200 metri circa, dove c’è l’ultima macchia verde. Da qui in poi solo pietre e la nuda roccia del Cristallino al nostro cospetto. La montagna è imponente, maestosa, il canalone sulla destra si insinua fino a forcella de le Bance e presenta solo blocchi di massi accatastati di difficile attraversamento. Sulla sinistra una fenditura ben visibile che si innalza di oltre 300mt e termina nella mitica forcella Michele. Più o meno al centro, la via che dovremo intraprendere. Sembra impossibile passare agilmente tra piccoli anfratti e roccia viva, ma è proprio lì che stiamo andando.
Per fortuna, grazie al CAI di Auronzo, negli ultimi anni è stata attrezzata la via di salita con tre tronconi di cavo d’acciaio. L’ascesa è agevole, il passo è sempre ben ancorato alla roccia che offre dei comodi pertugi dove appoggiarsi in sicurezza. Guadagnamo così del dislivello in velocità e usciamo su una cengia in cui ci si presenta un ponticello di legno a picco sul vuoto e un vecchio chiodo in ferro utilizzato in passato per il trasporto di artiglieria pesante. Superiamo l’ampia cengia e si comincia la salita finale. Per facili roccette si procede sempre seguendo i bolli rossi che indicano la via più agevole per la salita. Lo spazio di manovra non è sempre abbondante e non ci sono molti posti per fermarsi per una sosta. Saliamo fino a raggiungere un passaggio un po’ esposto dove troviamo una macchia nevosa. Scegliamo di scendere di un paio di metri in un piccolo terrazzamento di rocce, per poi risalire al bordo sinistro del piccolo nevaio e guadagnare la via della cengia nel versante opposto.



Data

04-06-2022

Distanza

12.23 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

1115 mt

  • Montagna

    Cristallino di Misurina

  • Indirizzo

    Misurina, Veneto, Italy

  • Altitudine

    2730.00 m

  • Rifugi

  • Informazioni

Arriviamo a quota 2600 metri e raggiungiamo uno sfasciume di assi di legno con un palo ben conficcato a terra che indica la tappa obbligata per la sosta. Su questo ampio spiazzo possiamo sederci e godere della splendida vista che la montagna ci offre: il colpo d’occhio della Val Popèna con i suoi fantastici Campanili, fino al maestoso Sorapiss, alla punta piramidale di Re Antelao e per finire le inconfondibili Marmarole.
Ultimo sforzo, ci rialziamo e puntiamo diritti alla vetta. Sulla sinistra notiamo un avamposto in pietra che si affaccia sulla sottostante forcella Michele, un ottimo punto di avvistamento per l’epoca. Saliamo su una traccia a zig zag tra le rocce, i bollini non ci sono più ma cominciamo a vedere una croce di legno che si staglia. Alla base dell’ultimo cucuzzolo una serie di ex ricoveri con vecchie assi di legno accatastate e arroccate sul bordo della montagna. Ancora qualche metro ed eccoci in cima! Arroccata la croce in legno legata assieme al filo spinato domina un panorama da urlo: dalla sottostante Val di Landro con l’omonimo lago color smeraldo, al monte Piana che guarda dal basso vette come il monte Rudo, la Croda del Rondoi, il Picco di Vallandro fino ad arrivare alla Croda Rossa d’Ampezzo, al Cristallo e al Piz Popèna!
Purtroppo ci rendiamo conto di non essere sulla vetta ufficiale, ma su un’anticima poco distante e più bassa di una decina di metri. Vediamo la cima reale lì a pochi passi, ma non ci alletta granchè perché non avremo una vista differente da quella che stiamo avendo, anzi, non vedremmo lo spettacolare scorcio sul ghiacciaio del Popèna e non avremmo la mitica croce di vetta che invece si staglia dove siamo noi in questo momento. Ci convinciamo che questo è il vero Cristallino di Misurina, quello più autentico, dove valorosi soldati si sono arroccati per difendere e scrutare il nemico da un posto di osservazione privilegiato!
Ottone Brentari, storico e alpinista di fine ‘800 scrive così nella sua Guida Storico-Alpina del Cadore (1886): Termina in varie punte dentate, di cui le principali sono due (m. 2840 quella a S., m. 2811 quella a N.). La salita è più facile di quella del Cristallo, ma la vista assai inferiore persino a quella di altri monti ancor più facili da salire. […]
Questa volta sono in disaccordo con il famoso storico poiché la vista è veramente eccezionale e la soddisfazione di raggiungere la cima rende impagabile l’avventura.
Dopo le classiche foto di rito cominciamo la discesa a ritroso per la stessa via di salita. Il ritorno è abbastanza agevole e si riesce ad identificare con relativa facilità il miglior percorso da intraprendere avendo una bella visuale dall’alto sul sentiero. I bollini rossi sono sempre visibili anche scendendo e garantiscono una maggiore sicurezza. Attenzione però a quota 2500mt circa, ci sono dei bollini rossi del vecchio sentiero che portano nel ghiaione della Val de le Bance: tenere sempre la destra e proseguire su piccola cengia che riporta alla via ufficiale e, in breve, al tratto attrezzato.
Terminata la piccola ferratina siamo di nuovo nella splendida Val Popèna, super gasati per la bellissima esperienza e per la cima appena conquistata. Scendiamo prima nel greto asciutto del Rio Popèna e ritroviamo il sentiero finale tra le fresche fronde degli abeti.
Un’escursione impegnativa, solo per escursionisti esperti con esperienza di vie attrezzate e che non abbiano problemi di vertigini. Necessaria una buona preparazione fisica e una scorta di acqua con una giornata bella tersa come quella di oggi! Una bellissima avventura che permette di rivivere dei luoghi strategici della Grande Guerra nel rispetto per le gesta alpinistiche che dei semplici soldati sono riusciti a compiere con attrezzatura d’altri tempi in queste incredibili montagne.




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Difficoltà

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