Pizzoc, variante del Bracconiere

Nuova via avventurosa sul monte Pizzoc


Nuova escursione in uno dei luoghi più gettonati degli ultimi anni: il monte Pizzoc. Vista la miriade di varianti che questo magnifico luogo regala, oggi ho deciso di intraprendere diverse vie nel bosco del versante sud. Assieme a me, in questa avventura, c'è l'auronzano Angelo grande conoscitore del Cadore e appassionato di montagna come il sottoscritto.
La partenza è a "Le Briglie", frazione di Sonego a Fregona, vicino a Vittorio Veneto. La località è famosa per le bellissime Grotte del Caglieron. Per maggiori dettagli: escursione di MyBestTimeHiking alle Grotte del Caglieron.Il parcheggio è molto ampio, la strada per raggiungerlo è abbastanza stretta e con punti di sterrato non sempre puliti. Allacciati gli scarponi e indossato il berretto di lana per il freddo pungente: si parte!
La strada si biforca da subito: sulla sinistra si costeggia il Rio Dolza e si arriva all'ex cava di pietra sopra il Piadera di Vittorio Veneto. Noi, invece, scegliamo la strada di destra e, dopo pochi metri, intraprendiamo un sentiero in salita con una chiara indicazione: "Direttissima".In tutto il tragitto capiterà di incontrare più volte questo cartello che indica la via più rapida e, appunto, diritta verso la cima del Pizzoc. La via scelta è il sentiero CAI 981a che si inerpica fin da subito su un fondo roccioso e fa guadagnare circa 200 mt di dislivello. Manteniamo la traccia del CAI e lasciamo così la "Direttissima" per dirigerci verso E dove ci fa riprendere fiato un tratto molto dolce e in quota in mezzo ad una faggeta. Il paesaggio in questo punto del percorso si riassume in una fitta vegetazione, resa spoglia dalla stagione. Questa parte di tracciato è denominata "Sentiero Terra Nera", che corrisponde di fatto al CAI 981a presente sulle mappe della Tabacco. Un paio di tirate verticali un po' impegnative nel bosco e si arriva presto a quota 1000 mt. Continuiamo sempre in quota fino a raggiungere Campo Cadolten. 
 Una piccola pausa ristoratrice è d'obbligo; il sole è diventato cocente, si sente che la primavera è già alle porte. Riprendiamo la via che ora corrisponde alla strada asfaltata (privata) che porta a Cadolten da Sonego. A 100 mt prima della chiesetta di S. Floriano, ben visibile al termine della strada, comincia sulla sinistra la variante del Bracconiere. Sentiero CAI 981 che percorre latitudinalmente l'intera dorsale sud del Pizzoc ad una altitudine che oscilla tra i 1100 mt e i 1300 mt. La traccia è selvaggia, seppur ben segnata, un percorso rustico che si addice proprio ad un bracconiere. All'altezza della cima del colle denominato Monte Croce, parte una nuova variante (segnata con tratteggiato nero nella mappa Tabacco) denominata "Sentiero W. B. Berry" dedicato a William Bernard Berry, tenente americano della Virginia, che durante la Seconda Guerra Mondiale si trovò a combattere assieme ai partigiani del Cansiglio.



Data

05-02-2022

Distanza

13.36 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

1083 mt

  • Montagna

    Monte Pizzoc

  • Indirizzo

    Vittorio Veneto, Veneto, Italy

  • Altitudine

    1533.00 m

  • Rifugi

    Rifugio Città di Vittorio Veneto

  • Informazioni

    Rifugio Città di Vittorio Veneto

Questa parte di percorso è la più caratteristica e insolita di tutta l'escursione: si accede in breve ad un paesaggio lunare di erba, pietre e alcuni alberi isolati che formano delle cartoline inedite. Inoltre, a metà di questa salita costante si presenta un panorama molto bello sull'intera Cadolten e sullo sfondo la cima del Col Nudo. Una piccola depressione permette di riprendere fiato e prepara all'ultima salita della giornata attraverso le Casere Croce sul Pian de Gesia. Dai ruderi delle casere è possibile intravedere il guard rail della strada asfaltata che dal Cansiglio permette di raggiungere la vetta. È ancora presente una buona quantità di neve che ricopre interamente la strada, lasciando un piccolo passaggio dove è possibile avanzare in tranquillità senza preoccuparsi del ghiaccio.
Puntiamo alla croce di vetta del Pizzoc a quota 1565 mt dritta davanti a noi! Da qui abbiamo una vista mediocre su Vittorio Veneto e Revine Lago per la presenza di una fastidiosa foschia. Dall'altra parte, invece, in direzione delle Dolomiti la vista è eccezionale: Pelmo, Antelao, Civetta, fino alla parete sud della Marmolada! La corona di montagne si conclude con le Prealpi dell'Alpago con il Dolada, Monte Guslon, Cima delle Vacche fino al Cimon del Cavallo (Monte Cavallo). In fondo, ancora ben innevato, il Pian Cansiglio in tutta la sua bellezza. Scendiamo di qualche metro e raggiungiamo il rifugio Città di Vittorio Veneto che domina l'omonima città.
Per il ritorno scegliamo la "Direttissima", dove dobbiamo superare diversi alberi schiantati da Vaia. A quota 1420 mt circa troviamo una deviazione: dritti si prosegue per la "Direttissima", a destra invece inizia una variante meno battuta, più selvaggia. Scegliamo quest'ultima ed effettivamente è molto bella e appagante. Ci sono solo un paio di accortezze da tenere in considerazione per il lettore che intende ripeterla. In inverno prestare la massima attenzione a ghiaccio o vetrato presente sotto le foglie cadute sul sentiero. Non sempre si riesce a percepire finchè non si è sopra con lo scarpone... a quel punto la maggior parte delle volte è troppo tardi per evitare la caduta. Il secondo punto degno di nota si trova a quota 1331 mt circa ed è il passaggio di un torrente, asciutto solitamente, che crea un salto di roccia nel punto in cui lo attraversa il sentiero. Qui la traccia diventa molto stretta. In inverno prestare la massima attenzione alla presenza di ghiaccio, aiutarsi aggrappandosi alla parete rocciosa a disposizione. In estate comunque il tratto non è una passeggiata e non deve essere sottovalutato. La variante continua a scendere, tranne per un brevissimo tratto, e si ricongiunge al sentiero del Bracconiere all'altezza di una casera diroccata denominata "La tana del lupo".
Il sentiero del Bracconiere continua in quota, su traccia molto stretta ed erbosa, costeggia la dorsale e permette di avere una splendida vista sulla Costa di Serravalle in direzione del Santuario di Santa Augusta. Raggiungiamo così Casera Taffarel dalla quale abbiamo una magnifica vista sul Visentin che maestoso troneggia. Da qui il sentiero diventa il numero 980, percorriamo la bella cresta dell'Agnelezza fino a raggiungere la grotta della Madonna dell'Agnelezza. Non continuiamo sul sentiero CAI, che indica come destinazione Santa Augusta, ma prendiamo una variante segnalata con cartello "Le Briglie". L'ultima parte nel bosco è agevole e la discesa si percorre senza difficoltà. Arriviamo al bivio con la chiesetta di Sant'Antonio e in breve nuovamente al parcheggio che chiude l'anello.
Una bellissima avventura su un monte visto e rivisto ma, grazie alla compagnia e alle varianti scelte, si è rivelato un luogo ancora da scoprire e che riserva sempre delle piacevoli sorprese!




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Difficoltà

Escursionisti - Itinerari su sentieri od evidenti tracce in terreno di vario genere (pascoli, detriti, pietraie...). Sono generalmente segnalati con vernice od ometti (pietre impilate a forma piramidale che permettono di individuare il percorso anche da lontano). Possono svolgersi anche in ambienti innevati ma solo lievemente inclinati. Richiedono attrezzatura ed una sufficiente capacità di orientamento, allenamento alla camminata anche per qualche ora.



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