Cima delle Vacche

Una nuova vetta da scoprire nel magico Alpago


L’autunno 2021 regala ancora delle splendide giornate di sole e questo sabato di fine novembre è perfetto per una avventura nel meraviglioso Alpago! Il compagno di escursione di oggi è Enrico, amico nonché collega amante della montagna e appassionato di fotografia. Le temperature miti ci permettono di organizzare un itinerario con qualche monte che può superare i 2000mt.
Dopo una lunga ricerca, vista la grande quantità di itinerari che si posso intraprendere in Alpago, la scelta cade su una vetta inedita e dal nome molto particolare: Cima delle Vacche! Il nome evoca un luogo di ritrovo di mucche al pascolo, dove trovare del foraggio ricercato e soprattutto tranquillità. La vetta l’avevo notata e studiata un paio di settimane prima nella mia esperienza sul monte Guslon. Mi ha colpito la bellissima dorsale che forma una cresta che sale costantemente fino alla cima.
Parcheggiamo al solito parcheggio ampio e comodo di malga Pian Grant (o Agriturismo Monte Cavallo), zaino in spalla e via! Enrico conosce già questa zona: ha percorso la Val Salatis, alle spalle del Guslon, fino a raggiungere il rifugio Semenza. Anche per lui, però, la vetta di oggi è inedita. Percorriamo un pezzo dell’Alta Via delle Dolomiti 7, superiamo malga Pian delle Lastre, raggiungiamo un bivio per il sentiero Alpago Natura. Qui troviamo l’indicazione per Cima Vacche. Entriamo nella vegetazione su strada sterrata e dopo poco si vede sulla destra un sentiero che parte subito con una decisa salita e si introduce nel bosco di larici e faggi.
Il sottobosco è magico con il sole che filtra tra i rami dei faggi e riflette ombre d’orate sulle spighe ingiallite. La salita è abbastanza dolce e costante, permette di guadagnare dislivello con facilità. Il sentiero in questo punto è praticamente un tappeto di foglie secche che ad ogni passo scrocchiano sotto i nostri piedi. A quota 1500mt il bosco si dirada e lascia lo spazio ad una serie di mughi molto bassi e radi contornati da fasce erbose. Questa apertura ci permette di godere la prima vista sul Lago di Santa Croce e sull’Alpago alle nostre spalle. Davanti a noi invece vediamo la Cima delle Vacche e sulla sinistra il costone che porta al Guslon.
Continuiamo sulla dorsale denominata “Costa Schienon” e, ora che siamo fuori dal bosco, sentiamo in maniera decisa il sole sulla nostra pelle. In certe occasioni sembrava di essere in una giornata estiva, ad agosto! La presenza costante di una leggera brezza fresca ci permetteva di avanzare senza sudare eccessivamente.



Data

20-11-2021

Distanza

9.12 KM

Tipo escursione

Escursione

Dislivello

755 mt

  • Montagna

    Cima delle Vacche

  • Indirizzo

    Tambre d’Alpago, Veneto, Italy

  • Altitudine

    2058.00 m

  • Rifugi

  • Informazioni

Avanzando, la costa che stiamo percorrendo si evolve diventando una vera e propria cresta. Una lama su cui il sentiero continua a viaggiare: a sinistra un baratro che aumenta ad ogni metro di dislivello guadagnato, a destra una distesa di erba secca che si perde in direzione sud fino al raggiungimento della macchia boschiva. A quota 1800mt troviamo un’ampia macchia di pini mughi molto alti. In questo caso il sentiero si è spostato sulla destra, lascia la cresta e percorre internamente la flora aghiforme. Oggi per fortuna non devo lottare con i mughi e l’attraversamento risulta godibile anche dall’ombra che riescono a regalare.
La breve parentesi di mughi lascia lo spazio agli ultimi metri di dislivello fatti sul filo del rasoio con un vento più deciso che sferza dalla Valle del Cadin alla nostra sinistra. La vetta è sempre più vicina, e negli ultimi 100 metri di dislivello l’erba lascia spazio ad una presenza sempre più rocciosa. Il sentiero ufficiale, segnato da bollini rossi sui massi, qui è di difficile identificazione. Resta il fatto che ognuno può scegliere la via che più gli aggrada: la meta è sempre a vista. Ultime rocce, ultima parte di pietraia instabile ma per niente pericolosa, ed ecco: Cima delle Vacche, 2058mt!
Sulla vetta si staglia una bandiera italiana di ferro sorretta da un palo di acciaio, alla base un grosso masso sul quale si può leggere il nome della cima e la sua altezza sul livello del mare. La vista da qui è eccezionale: da una parte il Cansiglio con la splendida piana riconoscibile, il Lago di Santa Croce, l’Alpago, l’intera Valbelluna, la Schiara, fino all’inconfondibile Pelmo! Dall’altra il Guslon, il Castelat, il monte Cornor che vediamo innevato, la cima Lastè, il Cimon del Cavallo (cima Manera) e la Palantina. La splendida giornata di oggi ci permette di scrutare anche la pianura sommersa da una coltre di molto densa e che fa sembrare sospesi su un mare di nuvole. Ci godiamo il meritato rancio al cospetto di queste bellezze e notiamo dei runner che percorrono la cresta rocciosa che connette il Castelat e il Cornor: una valida alternativa per una nuova avventura selvaggia e ricercata!
Riprendiamo la via della discesa per lo stesso percorso dell’andata. Il baratro ora è alla destra, la cresta è veramente originale ed entusiasmante da questo nuovo punto di vista! In discesa è tutto più agile e rapidamente raggiungiamo la macchia di mughi e successivamente il bosco. Ripercorriamo già gli 800mt di dislivello appena scalati e etichettiamo da subito l’escursione come “eccezionale”. Ritorniamo alla Malga Pian delle Lastre e, grazie alla stagione, il sole è già in procinto di tramontare. Ci regala quindi una splendida luce calda che tinge i paesaggi e le vicine Dolomiti con un colore speciale.
Facciamo tappa alla Malga Pian Grant per goderci una birra fresca largamente guadagnata! Da segnalare la varietà di prodotti fatti in casa come il salame (spettacolare), le ricotte, i formaggi di casera e le confetture di vari gusti. Questa pausa, con annessi acquisti, ci permette di ritardare qualche minuto e quando usciamo ci troviamo di fronte ad un tramonto spaziale! Vediamo anche la famosa enrosadira che spennella le Prealpi tutt’attorno.
Un’avventura su una vetta pressoché sconosciuta ma che ci ha regalato emozioni al pari delle più belle Dolomiti. Il panorama è eccezionale, la via è semplice per un qualsiasi escursionista allenato. Una cima da rifare assolutamente. La consiglio in inverno, in autunno e in primavera. Un grazie ad Enrico che ha condiviso con me questa vetta e che spero di portare con me in altri nuovi itinerari!




Ti è piaciuta la mia avventura?

Difficoltà

Escursionisti - Itinerari su sentieri od evidenti tracce in terreno di vario genere (pascoli, detriti, pietraie...). Sono generalmente segnalati con vernice od ometti (pietre impilate a forma piramidale che permettono di individuare il percorso anche da lontano). Possono svolgersi anche in ambienti innevati ma solo lievemente inclinati. Richiedono attrezzatura ed una sufficiente capacità di orientamento, allenamento alla camminata anche per qualche ora.



;