Malga Vescovà e malga Fontanafredda

Itinerario fiabesco tra Zoldo e Cadore


Sole e neanche una nuvola in cielo, tempo perfetto per una giornata speciale in montagna con la Giorgia.
Vista la quantità di neve ancora presente a quote basse ci organizziamo per una escursione con partenza dal Passo Staulanza: inizio per una miriade di sentieri! Infatti, non siamo gli unici a fare questo ragionamento. Passando per la Val Zoldana cominciamo a vedere un notevole numero di macchine che si inanellano assieme a noi verso il passo. Complici diversi restringimenti causati da frane recenti, il serpentone di auto che avanza si fa sempre più compatto e cerca di disperdersi all’altezza del Palafavera, del Passo Staulanza e dei successivi tornanti senza successo. Come formiche riescono a colonizzare ogni pertugio disponibile anche a bordo strada. L’unica soluzione è il parcheggio del Palafavera vista la grandezza a disposizione e qui, per fortuna, riusciamo ad incastrare la macchina in un minuscolo spazio vitale...
Originariamente la meta della nostra escursione preventivata era Casera Fontanafredda con partenza dallo Staulanza. Ora partiamo dal Palafavera e non sembra, cartina alla mano, che ci siano dei sentieri che permettano agilmente di raggiungere il nostro obiettivo.
Andiamo all’avventura! Scegliamo il sentiero che costeggia delle piste di sci di fondo lasciandoci alle spalle il rifugio Palafavera e percorriamo decisi la via verso nord-ovest.
Lasciamo quindi lo Zoldo e ci inoltriamo nella Val Posedera. Fiancheggiamo il Ru Canedo che crea dei canyon spettacolari con neve, acqua e ghiaccio. Il contorno è dato da un bosco arioso di abeti. La neve la fa ancora da padrona, il bianco è il colore dominante, solo i giubbotti e le tute di fondisti e altri escursionisti come noi interrompono l’infinito candore. A poche centinaia di metri dalla partenza notiamo un cartello: “malga Vescovà, procedere dritto - si prega di non camminare in pista”. Osserviamo ovviamente l’invito a non intralciare gli specialisti del fondo senza invadere la loro pista, ma il messaggio che ci illumina è l’indicazione della malga!
La casera Vescovà, infatti, è nella medesima direzione della malga Fontanafredda e, di conseguenza, il nostro itinerario originale si può ancora fare! Rinfrancati dalla notizia, anche se non abbiamo un riscontro nella cartina Tabacco, continuiamo fiduciosi la nostra avventura.



Data

28-02-2021

Distanza

10.36 KM

Tipo escursione

Ciaspolata

Dislivello

337 mt

La via è sempre molto larga e fanno capolino diverse brevi salite che permettono di guadagnare quota senza affanno. Sulla sinistra il panorama è caratterizzato dal bosco modellato dal manto nevoso che regala un tocco da fiaba. Sulla destra la visuale è di ampio respiro dal monte Crot fino a sua maestà il monte Pelmo! Ad ogni passo il “Caregon del Padre Eterno” ci regala una sfaccettatura diversa, un insieme di sfumature tipiche rosate sempre in evoluzione che cambiano il punto di vista. La spruzzata di neve che resiste sui pendii a strapiombo, colora le pareti verticali con sinuose dolci pennellate. Le dune di neve oramai compatta nascondono i rii che solitamente costeggiano questo percorso. Una curva decisa a sinistra dopo i primi 3 km di sentiero ci regala un’apertura spettacolare su un pianoro dove si può scorgere poco lontana la malga Vescovà. Qui ci si congiunge con il sentiero CAI 568 e in pochi minuti raggiungiamo la casera. La neve ci sorprende ancora: la malga e gli annessi piccoli edifici sono coperti da almeno 2 metri di neve. Si vedono le parti terminali delle porte di ingresso e i tetti sono sovrastati da pesanti e spesse coltri. C’è così tanta neve che accedo con facilità sopra al tetto di quella che sembra una stalla antistante la malga. Altri bambini giocano raggiungendo il secondo piano della casera grazie a scalette di neve ghiacciata.
Da qui si può vedere la malga Fontanafredda dall’altro lato della radura e posto qualche decina di metri più alto rispetto alla nostra posizione attuale. Una breve pausa ristoratrice e riprendiamo il cammino tentando di raggiungere la casera dal sentiero CAI 561. Purtroppo il sentiero è poco battuto e, non avendo con noi le ciaspe, rischiamo di fare il doppio della fatica sprofondando ad ogni passo. Decidiamo così di percorrere a ritroso il sentiero 568, allungando un po’ l’itinerario. Scendiamo in una piccola depressione attraversando un ruscello comodamente sulla distesa di neve. Il ponticello che normalmente viene usato rimane al nostro fianco ricoperto da un blocco di neve altissimo. Ci ricongiungiamo alla deviazione con un cartello che indica “Fertazza”, seguiamo la traccia che rimane la 568 del CAI e, dopo pochi metri di dislivello, arriviamo all’ambita malga Fontanafredda (o casera Fontanafreda).
La malga è veramente imponente e ci indica in modo chiaro di essere ritornati nel cadorino: infatti, a caratteri cubitali, si può leggere sulla facciata “Selva di Cadore”. Da qui si domina sul pianoro e la malga Vescovà sottostanti. Davanti a noi si staglia imperioso il monte Civetta. Proseguendo per il sentiero di potrebbe arrivare al Fertazza e successivamente al Belvedere che si affaccia su Alleghe. Noi invece ci godiamo il lauto pranzo meritatamente guadagnato!
Assorbiamo i caldi raggi di sole che riflettono sulla neve ghiacciata e riprendiamo a ritroso il sentiero dell’andata. Il sole comincia a calare e l’ombra è più presente sul tragitto compattando istantaneamente la traccia farinosa sciolta al sole. I ramponcini sono obbligatori e noi molto diligentemente ne stiamo facendo uso. Superiamo la piccola depressione, riprendiamo la deviazione per il sentiero che porta al Palafavera. In questo ultimo tratto, complice il sole che ormai ha salutato la Val Posedera, il vento si fa pungente e conviene avere un passo ancora sostenuto per restare caldi.
Ritorniamo al parcheggio il sole, baciando il Pelmo, sta per sparire dietro alla vetta del Civetta regalandoci uno scatto da rivista!
Un’escursione splendida, a tratti fiabesca, con un’ambientazione magnifica data dalla copiosa neve. Un itinerario adatto a tutti che soddisferà ogni tipologia di avveturiero!




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Difficoltà

Turistico - Itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri. I percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata.



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